Dodici le città campione (dove sembra che viva il 15% della popolazione totale) ad avere diritto, per tutto il 2013, alla nuova carta acquisti.
Le città sono: Milano (Lombardia), Torino (Piemonte), Venezia e Verona (Veneto), Genova (Liguria), Bologna (Emilia Romagna), Firenze (Toscana), Roma (Lazio), Napoli (Campania), Bari (Puglia), Catania e Palermo (Sicilia).
Per informazioni più recenti sull’argomento, leggi qui: SOCIAL CARD 2015 PER DISOCCUPATI: ANCORA SOLO SULLA CARTA.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, è bene ricordare che in Italia esiste già una social card, o carta acquisti ordinaria, e vorrei rassicurare che, fintanto che ci sarà copertura finanziaria, dovrebbe continuare ad esserci.
Oltre questa, però, che compete, nel rispetto di determinati requisiti meglio riportati nel mio precedente post, alle persone ultrasessantacinquenni e alle famiglie con figli di età inferiore ai 3 anni, ne è stata prevista un’altra, la cosiddetta carta acquisti bis, purtroppo solo in forma sperimentale e operante solamente in 12 città, concepita per dare sostegno economico ai nuclei familiari con dei figli minori che versano in condizioni di reale povertà oltre che di disagio lavorativo.
Rispetto alla precedente carta acquisti, la nuova, ugualmente da usare per spese alimentari presso gli esercizi commerciali convenzionati e per il pagamento delle utenze domestiche, come le bollette di gas ed elettricità, pur presentandosi più … appetibile, in quanto le somme mensili variano da un minimo di 231 euro per due persone, a € 281 per tre, 331 euro per nuclei con quattro persone e fino a € 404 per famiglie più numerose, è anch’essa sottoposta a delle peculiari capacità o meglio incapienze di cui al momento quelle certe e stabilite sono: avere un Isee di non oltre 3.000 euro e la presenza di figli minori.
Gli altri limiti per poter accedere a tale beneficio, di natura patrimoniale o altro, non ancora chiariti e resi noti, sembra che debbano essere valutati insieme ai Comuni interessati dalla sperimentazione; mentre un altro dato certo è che il godimento di tale aiuto sarà condizionato da una serie di altri adempimenti da parte della famiglia richiedente l’erogazione della prestazione in denaro, tra questi: dei corsi professionali o di riconversione e l’obbligo scolastico per i figli.
La social card bis dev’essere richiesta al Comune di residenza (al momento solo quelli che interessano le 12 città sperimentali) che, accertati i requisiti necessari alla fruizione di tale beneficio, individueranno gli aventi diritto e faranno firmare loro un cosiddetto progetto personalizzato, finalizzato al superamento della condizione di povertà, al reinserimento lavorativo e all’inclusione sociale.
Ma, avendo letto attentamente il Decreto Interministeriale attuativo dell’11 gennaio 2013, quello che ha introdotto la social card sperimentale, penso sia utile soffermarsi sull’art. 4 e sul comma 3 dell’art. 5.
Una “sperimentazione” che sarebbe stata gradita, oltre che necessaria, anche alle restanti città d’Italia che, al momento, subiscono una vera e propria discriminazione tra poveri.
Per informazioni più recenti sull’argomento, leggi qui: SOCIAL CARD 2015 PER DISOCCUPATI: ANCORA SOLO SULLA CARTA.