Carta acquisti 2013

Tra gli ammortizzatori sociali messi a disposizione dallo Stato per dare un sostegno alle famiglie in difficoltà economiche, c’è la tanto discussa carta acquisti o più nobilmente denominata “social card” – il cui finanziamento è stato previsto anche per il 2013 seppure, quest’anno, garantito utilizzando lo stanziamento deliberato da ENI S.p.A. e ENI Foundation.

Questa carta prepagata, a totale carico dello Stato e da ritirare presso gli Uffici Postali, è stata istituita nel 2008 con decreto legge 112/08 e, non tanto per lo spirito dell’iniziativa ma per il metodo attuativo, è stata oggetto di accese discussioni, tanto da assumere l’appellativo di “tessera dei poveri”, e tale può definirsi se ricondotta ai requisiti occorrenti per poterla ottenere.

È stata concepita con l’intento di dare un aiuto, diciamo concreto, ad anziani con età pari o superiore ai 65 anni o a famiglie con bambini sotto i 3 anni. Più che poter contare su una somma da destinare liberamente a un proprio diverso fabbisogno, l’importo di 80 euro, che bimestralmente dovrebbe essere caricato automaticamente sulla carta dall’Inps – a cui andranno ad aggiungersi eventuali somme messe a disposizione dagli Enti territoriali di residenza – dev’essere utilizzato per pagare alimenti, farmaci e bollette di luce e gas.

Ho usato il condizionale per l’accredito in quanto, non di rado, accade che il possessore della carta non disponga per tempo – e a volte per lungo tempo – dell’importo ricaricato e incorra nello spiacevole inconveniente di trovarsi, magari alla cassa di un supermercato, senza il corrispettivo per poter pagare il conto né con contanti né con la card e dunque costretto, con grande umiliazione, a dover riporre buona parte dei prodotti nei rispettivi scaffali, una mortificazione che poteva e potrebbe essere superata con modi e tempi di versamento più certi.

Come per altre agevolazioni, gli aventi diritto, necessariamente di cittadinanza italiana, devono dimostrare determinati requisiti:

  • età pari o superiore ai 65 anni o inferiore ai 3 anni;
  • reddito Isee in corso di validità che, per l’anno 2013, dev’essere inferiore a 6.701,34 euro per i soggetti di età compresa tra 65 e 70 anni; mentre per età pari o superiore a 70 il limite aumenta fino a 8.935,12 euro;
  • sia se soli, o anche con il coniuge se si è sposati, si deve possedere una sola autovettura, un’unica utenza elettrica e del gas per uso domestico e si può detenere una quota uguale o superiore al 25% di proprietà ma solamente di un immobile ad uso abitativo;
  • inoltre, non si dev’essere proprietari di immobili che non siano ad uso abitativo o di categoria catastale C7, a meno di non avere una quota superiore o uguale al 10%; il proprio patrimonio mobiliare, anch’esso indicato nell’Isee, non dev’essere superiore a 15.000 euro e, in ultimo, non si deve essere a carico dello Stato o altro per lunghi periodi di degenza o detenzione.

Per i bambini al di sotto di 3 anni, invece, i requisiti – che ovviamente si riferiscono al nucleo familiare che ne esercita la potestà – sono leggermente diversi e possiamo riassumerli come segue:

  • reddito Isee in corso di validità che, per l’anno 2013, dev’essere inferiore a 6.701,34 euro;
  • possono essere intestatari, oltre che di un contratto di energia elettrica per uso domestico, anche di una sola utenza elettrica non domestica;
  • avere pure due utenze del gas; due autoveicoli;
  • possono possedere, sempre in quota uguale o superiore al 25%, più di un immobile ad uso abitativo;
  • possono detenere una quota pari o superiore al 10% di unità immobiliari che non siano ad uso abitativo o di categoria catastale C7 e titolari di un patrimonio mobiliare, come rilevato nella dichiarazione ISEE, superiore a euro 15.000.

Per poter ottenere la carta acquisti bisogna inoltrare alle Poste una specifica domanda su appositi moduli, diversi per fascia di età e, inviati telematicamente all’Inps per gli opportuni accertamenti, previo invito in tal senso si potrà ritirare, sempre all’Ufficio Postale, la carta intestata e precaricata di 80 euro, al diretto beneficiario o, nel caso di minore sotto i 3 anni, ad uno dei genitori esercente la patria potestà. Eventuali modifiche riguardanti cambi di residenza o di intestazione della carta, possono essere comunicate in qualsiasi momento utilizzando apposita modulistica.

Se la domanda non dovesse essere accettata per mancanza dei requisiti richiesti o altro, l’Inps è tenuta a darne comunicazione motivando il diniego.

Al pari di una qualsiasi carta di pagamento elettronico, ogni evento che dovesse riguardarla, quale il suo furto, il suo smarrimento o altro, va intanto immediatamente comunicato al numero verde, sempre attivo (800.902.122), che provvederà a bloccare l’utilizzo della prepagata. Successivamente però bisogna formalizzare il tutto personalmente e, se in presenza di furto o smarrimento, anche per  iscritto presentando formale denuncia che servirà a poter avere un duplicato della carta.

Il rapporto, comunque, va gestito sempre con l’Ente Poste, anche mediante il numero verde di Poste Italiane 800.666.888 o a quello dell’Inps 803164, entrambi gratuiti.

Per evitare di trovarsi nelle condizioni di disagio che ho descritto sopra, ovverosia trovarsi senza credito sulla carta dopo aver effettuato un acquisto, stante che da giugno 2010 si può fruire di un servizio gratuito che comunica per sms sia il credito residuo che il successivo accredito sulla prepagata e ogni spesa effettuata, sarà sufficiente attivare il programma telefonando all’800.666.888, seguire le istruzioni e, dopo aver indicato il proprio numero di cellulare, telefonare al numero verde 800.130.640 che immediatamente comunicherà di quanto si può ancora disporre per gli acquisti con la carta.

Quando si è entrati in possesso di questa carta prepagata, con tanto di codice personale Pin (all’epoca solo in uso e a conoscenza di chi già disponeva di carte di pagamento elettronico), ricordo ancora oggi lo sconforto di quegli anziani che mai avevano avuto il “piacere” di avere tra le mani uno strumento così “moderno” e per loro “diabolico”. Cercavano, seguendo le istruzioni e le raccomandazioni fatte loro, di custodire quel codice segreto che però, ogni qualvolta si trovavano in difficoltà, non esitavano a rendere pubblico, con tutte le conseguenze del caso.

Ancora oggi difendono pure quel piccolo rettangolo blu che per loro, e per chiunque altro non riesce a sopravvivere tra gli sprechi altrui, rappresenta un “bottino” magari da “spartire” con figli disoccupati e nipotini con gli occhietti tristi.

Si dice che “a caval donato non si guarda in bocca”, ma sono convinta che questa forma di obolo non è una donazione, non è una gentile concessione, è forse solo il frutto di una coscienza che rimorde … sempre che chi arraffa senza ritegno e contegno ce l’abbia ancora una coscienza!

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