Ancora su telefonia fissa: aumenta il canone dall’1 aprile 2013

Purtroppo non è un pesce d’aprile ma una triste realtà:  dal 1° aprile 2013 aumenterà anche il canone di abbonamento al telefono fisso Telecom e vi sarà una nuova unica tariffa.

L’azienda in questione lamenta che il costo dell’abbonamento è fermo da luglio 2011, e potrebbe avere pure le sue ragioni, ma è anche vero che per noi cittadini anche questo “esiguo” (si fa per dire) aumento, proprio in questo periodo, assommandosi agli altri, rappresenta la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso – tra l’altro pure crepato per le numerose stangate ricevute.

Tanto per riepilogare, è opportuno ricordare i recenti aumenti, alcuni di questi già in vigore, altri di prossima applicazione, che stiamo già sostenendo: aumento del canone Rai, dei carburanti, delle bollette di energia elettrica e gas, delle tariffe postali, del canone annuo del conto corrente postale, dell’imposta di bollo sui conti correnti, dell’assicurazione auto, delle tariffe aeroportuali e, non ultimi, la Tares (la nuova tassa rifiuti superiore alla precedente di ben il 25%) e l’incremento dell’Iva previsto per luglio (anche questo da aggiungere al canone Telecom), ecc. ecc.. Era il caso di includere pure questo?

Tornando al canone, devo aggiungere che la maggior parte della popolazione ormai possiede un cellulare, più o meno all’avanguardia ma in grado di ricevere e fare telefonate e, se pure qualcuno l’ha comprato per essere sempre raggiungibile e per poter comunicare in qualsiasi momento con una persona cara o altro, una buona parte, anziani e fasce deboli soprattutto, si è munita di cellulare per risparmiare sulle telefonate dai fissi ai cellulari, consapevole dei costi proibitivi applicati, indipendentemente dai gestori.

Fatta questa premessa, la scelta di Telecom di operare una sorta di semplificazione tariffaria, ponendo entrambe le tariffe su pari livello, ovvero 5 centesimi al minuto sia verso i fissi che i cellulari, sembra una forzatura e non può certo dirsi pro consumatore, anzi!

Se entriamo nel dettaglio della proposta, è evidente che il vantaggio sarà limitato solo ed unicamente a coloro che usano molto il telefono fisso e ancor più per telefonare ai cellulari, mentre il danno maggiore lo subirà intanto chi fa un uso limitato del telefono e chi è già avvezzo all’utilizzo del cellulare verso altri apparecchi mobili. Infatti, pur nella sua apparente “semplicità”, la presunta “convenienza” di questa nuova tariffa di 5 centesimi, applicabile come detto sopra per tutte le telefonate e anche come quota base di scatto alla risposta, sarà inevitabilmente vanificata dall’aumento del canone mensile che passerà (con Iva 21% inclusa) da € 16,64 a € 17,40. E non solo: così stando le cose, mentre le telefonate verso i fissi aumenteranno notevolmente (circa il 163%), dai fissi ai cellulari diminuiranno (ma solo del 50% circa), dunque un vero e proprio rincaro per chi telefona da fisso a fisso. Si tratta di cifre non di poco conto perché le famiglie con abbonamento Telecom Italia sono milioni, e questo nuovo aumento del canone del 4,5% potrebbe portare anche ad una diminuzione dei contratti di telefonia fissa, già sufficientemente gravosi.

Una consolazione in tutto questo c’è: sembra che superate le tre ore di conversazione al mese, ma verso tutti i numeri fissi nazionali e non anche verso i cellulari, scatterà una riduzione del 50 per cento. Se non è questa l’offerta di maggiore libertà di impiego sul traffico fisso-mobile per i clienti, quale altra dovrebbe essere?

Inoltre, sarebbe auspicabile che Telecom, alla luce di questa “riduzione”, riveda anche tutte le offerte voce e Internet già stipulate così da dare un segno tangibile di reale impegno sociale.

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