La lista nera …

Dopo il Crif (altra banca dati di centrale rischi alla quale di solito si rivolgono Banche e Finanziarie per conoscere la nostra affidabilità creditizia quando abbiamo bisogno di un mutuo, di un prestito, di un finanziamento in genere), ora sta per essere introdotto nel nostro paese – con il beneplacito del nostro governo, che ha già approvato il documento per la consultazione – il registro dei morosi degli inadempimenti contrattuali dei clienti finali nel settore energetico, il cosiddetto BICSE che rappresenta una messa a punto del SII, Sistema Informativo Integrato.

In poche parole una lista nera sulla quale riportare i nomi di chi, anche solo per un momento di difficoltà economica – oggi all’ordine del giorno per la forte crisi delle famiglie -, non ha potuto far fronte al pagamento di bollette di energia elettrica o del gas (dove questo si trovi su territori comunali già metanizzati), rischiando pure di non riuscire più ad attivare una nuova fornitura energetica o cambiare venditore. Ovviamente tutto questo sarebbe esteso anche per le imprese e non solo per il singolo individuo, con tutte le conseguenze del caso.

Le principali associazioni dei consumatori si sono subito movimentate per lanciare l’allarme scrivendo le loro ragioni alle Commissioni di Camera e Senato che dovranno far fronte all’argomento. A breve, dunque, visto che la consultazione online era fissata ad oggi, 9 ottobre 2012, dovremmo conoscere la decisione finale sulla quale conto di tornare non appena si avranno notizie definitive.

Ora, non volendo assolutamente giustificare inottemperanze gratuite o solo frutto di menefreghismi e superficialità dei fruitori di un servizio comunque loro reso e dunque fruito, sento il dovere di esprimere una mia osservazione.

Siamo già vessati da sistemi di recupero crediti che definirei, in alcuni casi, persecutori; non riusciamo ad interloquire con i cosiddetti Enti creditori a meno di non intraprendere una sorta di calvario, non ammesso telefonicamente, che per chi abita le sedi periferiche diventa veramente tale soprattutto quando il problema deve affrontarlo una persona anziana, sola, a volte non autosufficiente e, oserei dire, non certo nelle condizioni economiche tali da poter far seguire il suo “caso” ad un professionista del settore che indubbiamente va pagato anch’egli. Insomma, è come il cane che si morde la coda, giri intorno ad un sistema che ti fagocita e ti mortifica.

Seppur vero che il fenomeno della morosità è aumentato, maggiormente in alcuni ambiti territoriali e con riferimento ad alcune specifiche classi sociali, non va nemmeno sottaciuto che alcuni dei motivi che a volte costringono i cittadini-utenti a diventare morosi sono proprio da ricercare nelle pratiche scorrette di alcune compagnie di erogazione di energia elettrica, quando per esempio effettuano servizi non richiesti, fatturano dati di consumo solo stimati e non reali che rendono le fatture spropositate rispetto al consumo, ecc. e, non ultimo, anche nei comportamenti inosservanti della pubblica amministrazione nei confronti della quale, a differenza di quanto patisce il comune cittadino, se quest’ultimo deve recuperare un suo credito, sembra non possa agire con i medesimi strumenti coercitivi applicabili solo per lui.

Non può sempre essere l’utente a subire conseguenze che, nel caso di specie, si rivelerebbero eccessive e restrittive in quanto, se iscritti in questa nuova banca dati come cattivi pagatori, si sarà ulteriormente penalizzati e le difficoltà aumenteranno privando il cittadino-cliente di una tutela che in questo particolare momento di crisi potrebbe risultare indispensabile.

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