Fatture telefoniche a 28 giorni: a ottobre i rimborsi

Da qualche anno, per molte compagnie telefoniche è sempre febbraio: ogni mese per loro conta solo 28 giorni e il numero dei mesi in un anno diventa così 13.

Non fa una piega. La nuova era della 13° mensilità!

Proprio il 1° di febbraio 2018, mese che conta proprio il numero di giorni preferito dalle compagnie telefoniche, la mia giornata (e penso anche quella di altri utenti di telefonia mobile) è iniziata con questo SMS al cellulare:

Ai sensi della legge 172/2017 per i servizi di comunicazione elettronica e reti televisive, dal 25/03 i servizi e le eventuali promozioni attive sul tuo numero subiranno una modifica delle condizioni contrattuali e si rinnoveranno mensilmente anziché ogni 4 settimane. La tua spesa complessiva annuale non cambia. Il numero dei rinnovi mensili della tua offerta si riduce da 13 a 12 e di conseguenza l’importo di ciascun rinnovo aumenterà dell’8,6%. Per conoscere i dettagli delle modifiche, le tue offerte attive, informazioni sul recesso o passaggio ad altro operatore senza penali entro i prossimi 30 giorni, chiama il *** o vai su ***.

Premetto che non ho mai richiesto la fatturazione a 4 settimane, ma ho dovuto subirla e dovrò sopportarla, presumibilmente, fino alla fine di marzo di quest’anno, sperando che l’intervento dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) sia incisivo e definitivo.

Lèggere, però, un messaggio che candidamente mi sta comunicando che, in quanto costretti a dover rinnovare la mia offerta 12 volte l’anno piuttosto che 13 (autonomamente deciso in precedenza senza che io vi abbia potuto mettere lingua), subirò per ciascun rinnovo l’8,6% di aumento, questo mi sembra veramente il colmo.

In merito poi al recesso o al passaggio ad altro operatore senza penali, ma entro i 30 giorni dal messaggio ricevuto, ritengo proprio che sia una beffa: passerei dalla padella alla brace, visto che le altre compagnie telefoniche fanno più o meno lo stesso!

Prova ne è che dal Comunicato Stampa dell’Agcom del 16 febbraio 2018 dal titolo Ritorno alla fatturazione mensile, nuove diffide risultano diffidate appunto «Tim, Wind, Tre, Vodafone, Fastweb e Sky». Chi rimane?

La presa in giro sulla presa in giro. Una vera e propria associazione.

La legge di conversione del 4 dicembre 2017 n. 172 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n. 284 del 5 dicembre 2017) all’art. 19-quinquiesdecies stabilisce (dando tempo agli operatori di telefonia, reti televisive e comunicazioni elettroniche di regolarizzare questa posizione entro il 4 aprile 2018) che il rinnovo dei contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica deve prevedere la cadenza su base mensile o di multipli del mese, e non più a 28 giorni o 4 settimane come avviene ancora oggi.

Laddove le compagnie telefoniche non dovessero adempiere a tale disposizione entro il 4 aprile 2018 è previsto per il consumatore che ne fa richiesta un indennizzo forfettario di € 50. L’eventuale ritardo comporterà un’ulteriore maggiorazione di € 1 al giorno.

Inoltre, è un diritto del consumatore richiedere tutte le somme che sono state indebitamente applicate e da noi pagate dal 23 giugno 2017.

Quando si tratta di diritti del consumatore, però, puntualmente questi non sono riconosciuti “di diritto”, bensì il più delle volte il percorso per il loro ottenimento si presenta farraginoso, scoraggiante, complesso e qualche volta vano.

Infatti, anche per ottenere la restituzione di quanto pagato finora dal 23 giugno 2017, dopo il comportamento a dir poco dispotico delle compagnie telefoniche che hanno applicato dei criteri di fatturazione fin da subito contestati anche dall’Agcom, si stanno presentando le solite difficoltà.

Difficoltà agevolate da un sistema giudiziario a mio parere iniquo.

A conferma di questa mia convinzione, basta leggere il passo dell’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, sez. III, n. 792 del 12 febbraio 2018, emessa su ricorso proposto da una compagnia telefonica che contestava un procedimento sanzionatorio imposto a seguito di decisioni prese dall’Agcom.

Riporto una parte dell’ordinanza sopraindicata per completezza:

[…] sussistono le condizioni per sospendere la delibera impugnata nella parte che ha ad oggetto il pagamento “degli importi corrispondenti al corrispettivo per il numero di giorni che, a partire dal 23 giugno 2017, non sono stati fruiti dagli utenti in termini di erogazione del servizio a causa del disallineamento fra ciclo di fatturazione quadrisettimanale e ciclo di fatturazione mensile”.

Tuttavia, in merito alla richiesta avanzata dall’Agcom di rimborso delle somme pagate ingiustamente dal consumatore, il medesimo TAR si pronuncia parzialmente, fissando «per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 31 ottobre 2018».

La motivazione di tale decisione è chiara:

Ritenuto a tal riguardo che il carattere – allo stato – indeterminato della somma da corrispondere agli utenti […] dei predetti importi, appare in grado di incidere sugli equilibri finanziario-contabili della azienda; tenuto conto, altresì, della dedotta difficoltà per la medesima società di ripetere dai clienti le somme eventualmente corrisposte […]

In breve, continua l’ordinanza:

[…] le complesse questioni dedotte necessitano di una più accurata disamina propria della fase di merito […]

Così decidendo, rimanda tutto al 31 ottobre 2018 per la “trattazione di merito”.

Ora, pur volendo apprezzare il pensiero volto a scongiurare gli effetti negativi sugli «equilibri finanziario-contabili dell’azienda», qualcuno ha pensato a ogni singolo consumatore che questi effetti negativi li subisce da quasi un anno nella sopraffazione più totale privo di ogni strumento a sua tutela?

Come mai degli «equilibri finanziario-contabili» delle aziende di telefonia (in questo caso carnefici) deve farsi carico il consumatore (in questo caso vittima)?

I prelievi forzosi sul consumatore sono immediati se non addirittura retroattivi. Di contro, i legittimi rimborsi al consumatore possono essere dilatori.

Ebbene, noi consumatori pazienteremo ancora una volta, ma è certo che su questo argomento e sulla possibilità di rimborso dell’illegittimo pagamento della 13° mensilità alle compagnie telefoniche, segneremo sul nostro calendario la scadenza del 31 ottobre 2018, data in cui torneremo a reclamare ciò che ci spetta di diritto.