Da “Qua la mano” a … qua l’albero! Nuove norme dal 16 febbraio 2013

1980. Anno in cui Pasquale Festa Campanile mette insieme la commedia in due episodi “Qua la mano”: un film, nella seconda parte, dal tema progressista e con un finale ecologista nella celebre frase di Celentano (un prete di campagna che, amante del ballo, partecipa ad una gara per una buona causa, piantare degli alberi nel proprio paese): “Meglio un albero oggi che un prete domani”.

2013. Entrerà in vigore il prossimo 16 febbraio la legge n.  10 del 14 gennaio 2013 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 del’1.2.2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani), intesa a tutelare – imponendo all’Amministrazione comunale di piantare un albero per ogni bambino che nasce o che venga adottato – il verde pubblico cittadino.

In oltre vent’anni tanto si è fatto per il verde pubblico, il miglioramento della qualità dell’aria, la vivibilità degli insediamenti urbani e tanti abbiamo affinato la nostra sensibilità al tema ecologista, ma è sorprendente lo stesso che, a distanza di tanto tempo, l’argomento sia ancora in discussione e che addirittura debba essere preso un ulteriore provvedimento di legge per garantire la salvaguardia del nostro territorio sia in termini di impatto paesaggistico che, maggiormente e soprattutto, in ordine alla tutela del nostro suolo già provato e annientato da anni di incuria, di negligenza e di fatalismo.

Dico ulteriore provvedimento in quanto è bene sapere che già tale obbligo era previsto dalla legge 29 gennaio 1992, n. 113, solo che la nuova norma accorcia a sei mesi i tempi per adempiere, mentre la precedente lo fissava in un anno. Incredibile: simili solerzie si concretizzano solo su certi argomenti che, seppure importanti e di rilievo, di certo non cambiano la vita di chi ogni giorno ha necessità più impellenti e vitali.

Il film sopra detto era ambientato in un paese soffocato dal cemento dove l’unico albero esistente, piantato poco solidamente in un terreno deserto, viene visto come il simbolo di una cittadina dimenticata da Dio. La legge ora emanata dovrebbe venire in soccorso di un intero territorio soffocato dal cemento in cui gli alberi saranno certamente più di uno ma, reduci da quanto accaduto e accade intorno a noi – con frane e continui dissesti idrogeologici – dimenticati da Dio continuiamo forse ad esserlo o a sentirci, e credo lo si sentano maggiormente coloro che, senza alcuna responsabilità personale, si sono visti strappare tutto, togliere ogni cosa, compresi i propri cari e gli affetti.

Mi sembrava doverosa questa premessa ma, ritenendo di poter solo esprimere un mia personale opinione (che penso ognuno di noi si sia già fatta) e di non avere le giuste competenze per affrontare nel dettaglio ciò che si sta consumando intorno a noi in danno del nostro territorio, torno sulla notizia iniziale che riguarda la legge sopra menzionata.

La potremmo senz’altro definire una legge a tutela degli alberi. Infatti, la norma prevede che ogni Ente locale in cui nasce o viene adottato un bambino, entro sei mesi dall’evento provveda a piantare un albero sul territorio comunale. Se tale adempimento dovesse essere trascurato, la legge impone alle Amministrazioni comunali inadempienti l’obbligo di approvare entro la fine di ogni anno delle varianti urbanistiche che sopperiscano a garanzia di questi spazi verdi collettivi, di aree di parcheggi, ecc.

Mi viene spontanea un’osservazione che vorrei esporre a voce alta: se per ipotesi l’alberello dovesse risultare “espiantato” (o forse mai piantato) poco prima di riuscire a dimostrare agli organi di vigilanza – che, da quanto ho letto, dovrebbe essere un Comitato per lo sviluppo del verde pubblico istituito presso il ministero dell’Ambiente – quale potrebbe essere la giustificazione e l’eventuale provvedimento?

Ed ancora: non avremmo avuto una fitta vegetazione se, invece dei nuovi nati o dei bambini adottati, si fosse rivolto tale obbligo riferendosi al numero degli indigenti presenti sul territorio comunale censiti periodicamente o solo annualmente?

In merito poi all’istituzione della giornata nazionale degli alberi che la stessa legge dispone per ogni anno fissandola nel giorno del 21 novembre … pur se convinta che ANCHE (E NON SOLO) la natura debba essere difesa, protetta e valorizzata adeguatamente, preferisco soprassedere: sono certa che il mio pensiero sia già espresso in questo post e anche in ogni mio scritto.

Meno male che i giorni di calendario sono solo 365 e questo già pone un limite indispensabile!