Lo specchio per le allodole. Le nuove banconote da 5 euro

Il modo di dire “specchietto per le allodole” indica figurativamente un richiamo ingannevole e risale al sistema in uso ai cacciatori per attirarle in trappola con il luccichio di frammenti di specchio.

Perché questa premessa? Semplice. Ho letto che tra pochi mesi, esattamente dal prossimo 2 maggio, entreranno in circolazione delle nuove banconote da 5 euro (e progressivamente anche gli altri tagli in ordine ascendente) e ciò in quanto, seppure il dato sulla falsificazione monetaria non sia poi così allarmante, la Banca Centrale Europea (Bce) per un eccesso di prudenza vuole rendere più difficile il compito ai contraffattori e, per iniziare il cosiddetto ricambio, ha intrapreso la rottamazione delle vecchie (si fa per dire, visto che è da soli 10 anni che circolano) proprio dalla più piccola da 5 euro.

Considerato che per un lungo periodo ci troveremo in presenza di entrambe le valute, la confusione soprattutto tra le persone più anziane, da poco tempo dimentichi della lira e inclini a riconoscere il più recente euro, sarà inevitabile e, a mio avviso, parecchi saranno oggetto di imbrogli e raggiri. Importerà a qualcuno? Gli interessi bancari credo abbiano la priorità su tutto e tutti e lo dimostrano i fatti.

A questo punto, da brava cittadina “europea”, penso sia utile contribuire anch’io alla campagna di informazione anti truffa che la Bce ha lanciato, addirittura pure con un gioco interattivo sul Web dal nome ridondante e da alta finanza “Euro Cash Academy”. Cercherò pertanto di sottolineare queste famose differenze tra le neo banconote da 5 euro e quelle di appena dieci anni fa ancora in uso.

Iniziamo subito con le presentazioni: la nuova serie si chiama “Europa”, manterrà gli stessi disegni e gli stessi colori, cambieranno invece le dimensioni e le posizioni dei disegni architettonici, dei numeri e della mappa dell’Europa; piano piano soppianterà integralmente la già vecchia precedente serie. Sembra sia stata realizzata con alta tecnologia e, per tornare allo “specchio per le allodole”, pare che il particolare più evidente sia il numero stampigliato in verde smeraldo cangiante tendente al blu scuro a seconda della posizione della banconota, come se tale forma d’arte, passatemi il cinismo spicciolo,  possa esaltare chi, piuttosto che costretto ad ammirare, preferirebbe beneficiare.

Non mi soffermerò sui dettagli (facilmente reperibili su siti ad hoc), desidero però attenzionare l’inno della nuova serie di banconote “tocca, guarda, muovi”, concepito per evidenziare che la loro autenticità può essere facilmente desumibile dalla sonorità (tocca), dalla consistenza (guarda) e dagli ologrammi (muovi).

Io ricordo un altro detto: “si guarda e non si tocca”, e mai come in questo caso calza a pennello, infatti otto milioni di persone e l’11,1% delle famiglie in stato di povertà, le banconote – tutte, dalla più piccola alla più considerevole – finora hanno potuto solo guardarle e purtroppo non detenerle e, se dovessero avere la fortuna di poterle stringere in mano, non avrebbero nemmeno il tempo di rendersi conto del loro fruscio, della loro consistenza o della loro nuance, andrebbero via come il pane e … per il pane!


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