“Ruba bandiera” per Salvarsi dal Pignoramento dell’Intero Conto Corrente

Se l’argomento di questa pagina fosse un aneddoto dai toni leggeri, inizierei col descrivere l’immagine di quei giochi all’aperto in cui c’è un percorso da fare di corsa. Ricordo il “ruba bandiera”: quella gara che prevede un giocatore messo al centro (tra due squadre avversarie) con in mano un fazzoletto conteso di volta in volta da due componenti le squadre avverse chiamati per numero. Vince il gruppo che si accaparra più volte il fazzoletto.

Passatempi, questi, movimentati e senz’altro divertenti se non fosse che il tema, così come il “gioco”, in questo caso sia meno ilare, anche se pertinente nella dinamica e nell’analogia: uno sta in mezzo (banca o ufficio postale), mentre gli altri due (il debitore e il creditore) sono costretti a correre per cercare di accaparrarsi la somma accreditata nell’Istituto di Credito. In poche parole bisogna battersi sul tempo … e più avanti cercherò di spiegarne i motivi.

Parlo del pignoramento presso terzi del solo quinto del proprio stipendio o della propria pensione minacciato, in taluni casi, dalle modifiche insensate apportate dalla legge n. 228 del 24.12.2012 (cosiddetta di stabilità) agli articoli 548 e 549 del codice di procedura civile.

Sembra infatti che tale modifica dia la possibilità al creditore (privato o pubblico che sia) di poter ottenere, a fronte del credito vantato e in caso di mancata o negata dichiarazione del terzo pignorato (che può essere l’azienda per la quale si lavora, l’Inps, o altro), non più il pignoramento di un quinto delle spettanze del debitore, ma l’intero importo, impedendogli di fatto una rateale rimessa che gli consenta di poter almeno contare su una parte del suo reddito mensile – altrimenti ridotto a zero – così da sopravvivere e garantire la medesima sopravvivenza anche alla famiglia (se ne ha).

Chiunque si sia trovato o si trovi in difficoltà economiche cerca di differire alcuni pagamenti che ritiene possibile dilazionare, nella speranza che possa farvi fronte volontariamente non appena nelle condizioni di poterlo fare. Purtroppo questo, a volte, non accade nei tempi sperati o peggio non sopravviene e basta e, legittimamente, il creditore si adopera per recuperare quelle somme il cui mancato incasso a sua volta crea identici problemi anche alla controparte.

La legge consente ad un creditore, in possesso di un titolo esecutivo (che può essere una cambiale protestata, un assegno non pagato, un decreto ingiuntivo, ecc.) di poter ottenere con un’azione giudiziaria ciò che gli è dovuto; può farlo direttamente nei confronti del debitore o presso terzi (alla fonte) se l’insolvente riscuote pensioni, stipendi o altre somme in denaro.

Ci sono alcuni crediti che, tranne in casi particolari, non possono essere pignorati (sussidi di povertà, somme erogate da enti di assistenza, alimenti, ecc.); altri invece (come stipendi, pensioni, indennità di fine rapporto [TFR] e altre spettanze) sono pignorabili solo se autorizzati giudizialmente; lo sono nella sola misura di un quinto se si tratta di tributi dovuti alla Pubblica Amministrazione, crediti alimentari e ogni altro credito. La somma pignorabile è ovviamente quella che rimane al netto delle ritenute previdenziali e fiscali. Chi può procedere al pignoramento di un quinto senza aspettare l’emissione di un provvedimento del giudice sono lo Stato e l’Inps.

Tutto ciò segue una procedura piuttosto farraginosa: bisogna adire l’autorità giudiziaria e preventivamente cercare di sapere se il debitore ha a sua volta dei beni, mobili o immobili, da pignorare o, in alternativa, se ha anch’egli dei crediti pecuniari; l’atto dev’essere notificato sia al debitore che al terzo pignorato (il datore di lavoro di quest’ultimo, l’Ente che eroga le sue spettanze o l’Istituto di credito dove e se ha il conto corrente), che tratterrà le somme alla fonte, versandole direttamente al creditore. Per far questo, però, i terzi pignorati (cioè coloro che sono legati all’obbligato da un rapporto che li rende a loro volta debitori dello stipendio, della pensione, ecc.) devono presentarsi in giudizio per rendere la dichiarazione di disponibilità di queste somme e dichiarare se sulle stesse gravano altre detrazioni (come per esempio il mantenimento di un coniuge, cartelle esattoriali, crediti di finanziarie, ecc.), così da poter consentire al giudice di stabilire la misura della nuova decurtazione del debito. Il giudice, in caso di contestazione, blocca le somme richieste chiedendo l’accantonamento in percentuale in favore del debitore fino all’esito del giudizio. Al termine di questo iter, se va a buon fine, inizia la trattenuta alla fonte in danno del debitore e le somme saranno devolute al pignorante.

Va detto pure che, già prima, se tale pignoramento veniva fatto sui depositi bancari attivi (cosa improbabile ovviamente per vari motivi: dalla mancanza di liquidità alla volontà di non tenere somme depositate e facilmente aggredibili da creditori) il conto sarebbe stato congelato e non sarebbe stato permesso alcun prelievo né alcun pagamento di utenze o altro con rimessa diretta su quel conto.

Questo è quanto molto sommariamente e sinteticamente accadeva finora.

Ma la modifica agli articoli di cui sopra pare stia innescando un meccanismo a dir poco spietato nei confronti del debitore che, seppure in torto per non aver potuto o voluto pagare le somme dovute, si potrebbe trovare non più a “rateizzare” il debito nella misura di un quinto delle sue spettanze, ma addirittura l’intero importo che non garantirebbe nemmeno il cosiddetto minimo vitale per sopravvivere.

Cos’è cambiato esattamente?

Per le azioni di pignoramento verso terzi intentate da quest’anno (2013) presso i datori di lavoro o l’Inps, se questi non si presentano in udienza per rendere la dichiarazione di disponibilità o meno delle somme, il pignoramento diventa immediatamente esecutivo ritenendolo non contestato.

In poche parole questa dichiarazione viene considerata superflua in quanto resa successivamente ad un decreto ingiuntivo notificato al debitore; il decreto, se non opposto, diventa esecutivo e viene seguito dall’atto di precetto che, essendo notificato ad entrambi, prima ancora di arrivare in udienza col terzo pignorato il debitore – laddove vi siano i presupposti – ha già la possibilità di far valere le sue ragioni con eventuale contestazione e/o opposizione che ne invalida l’esecutività.

Le modifiche apportate agli articoli di cui sopra, il n. 548 e 549 del codice di procedura civile, sono quelle che seguono:

Articolo 548 prima

Mancata o contestata dichiarazione del terzo

I. Se il terzo non compare all’udienza stabilita o, comparendo, rifiuta di fare la dichiarazione, o se intorno a questa sorgono contestazioni, il giudice, su istanza di parte, provvede all’istruzione della causa a norma del libro secondo.

II. Se il terzo non fa la dichiarazione neppure nel corso del giudizio di primo grado, può essere applicata nei suoi confronti la disposizione dell’articolo 232 primo comma.

Art. 548 – Sostituito dall’art. 1, comma 20, legge 24 dicembre 2012, n. 228

I. Se il pignoramento riguarda i crediti di cui all’articolo 545, terzo e quarto comma, quando il terzo non compare all’udienza stabilita, il credito pignorato, nei termini indicati dal creditore, si considera non contestato ai fini del procedimento in corso e dell’esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione, e il giudice provvede a norma degli articoli 552 o 553.

II. Fuori dei casi di cui al primo comma, quando all’udienza il creditore dichiara di non aver ricevuto la dichiarazione, il giudice, con ordinanza, fissa un’udienza successiva. L’ordinanza è notificata al terzo almeno dieci giorni prima della nuova udienza. Se questi non compare alla nuova udienza, il credito pignorato o il possesso del bene di appartenenza del debitore, nei termini indicati dal creditore, si considera non contestato a norma del primo comma.

III. Il terzo può impugnare nelle forme e nei termini di cui all’articolo 617, primo comma, l’ordinanza di assegnazione di crediti adottata a norma del presente articolo, se prova di non averne avuto tempestiva conoscenza per irregolarità della notificazione o per caso fortuito o forza maggiore.

Art. 549 prima

Accertamento dell’obbligo del terzo

I. Con la sentenza che definisce il giudizio di cui all’articolo precedente, il giudice, se accerta l’esistenza del diritto del debitore nei confronti del terzo, fissa alle parti un termine perentorio per la prosecuzione del processo esecutivo.

Art. 549  – Sostituito dall’art. 1, comma 20, legge 24 dicembre 2012, n. 228, che ha inserito, alla fine, le parole «nonché l’indicazione dell’indirizzo di posta elettronica certificata del creditore procedente»

I. Se sulla dichiarazione sorgono contestazioni, il giudice dell’esecuzione le risolve, compiuti i necessari accertamenti, con ordinanza. L’ordinanza produce effetti ai fini del procedimento in corso e dell’esecuzione fondata sul provvedimento di assegnazione ed è impugnabile nelle forme e nei termini di cui all’articolo 617.

Ma v’è di più.

Dall’introduzione dell’indispensabile obbligata apertura di conto corrente per l’accredito di tutte quelle somme che superano i 1.000 euro, si è innescata una situazione a dir poco paradossale in quanto, se prima un creditore per avere le sue somme aggrediva il debitore nelle forme più consuete – ovvero pignorando gli stipendi o le pensioni direttamente alla fonte, non considerando nemmeno il conto corrente (se ed in quanto esistente) poiché sicuramente in rosso -, ora invece, con il passaggio obbligato sul conto di deposito di tutti gli accrediti ai fini della cosiddetta tracciabilità, è più facile attaccare gli Istituti di Credito presso il quale il debitore ha un conto corrente e, se c’è capienza, recuperare il tutto in una volta sola e non solo in percentuale fino alla concorrenza dell’intero debito.

Questo accadrebbe perché, dal momento che il conto corrente dovesse venire pignorato, per il cliente/debitore non vi sarebbe più alcuna possibilità di poter effettuare operazioni di prelievo su quel conto fino a nuove disposizioni di un giudice (al quale inevitabilmente ci si dovrà affidare) o fino alla completa estinzione del debito nei confronti del creditore. Verrebbero impediti anche eventuali disposizioni automatiche di pagamenti, creando così un’inevitabile insolvenza anche nei confronti di altri.

Ora, per tornare alla triste analogia del gioco “ruba bandiera”, ho la sensazione che non basterà il sit in davanti all’istituto di credito presso il quale sono canalizzati (obbligatoriamente) lo stipendio o la pensione (insieme a qualche risparmio di una vita di sacrifici), poiché sono certa che simili atti espropriativi seguano canali telematici più competitivi di un’occupazione territoriale del diretto interessato!

Pertanto, se ci si dovesse trovare in una simile condizione, prima ancora di arrivare al pignoramento presso terzi, una volta saputo del debito sarebbe preferibile convertirlo, sempre se dovuto, in una richiesta di rateizzazione in modo tale da non trovarsi senza alcuna risorsa per vivere, perché non escludo che si possa giungere a tanto: chi non effettuerebbe un pignoramento fruttuoso così da ottenere il credito in un’unica soluzione piuttosto che aspettare di ricevere lentamente le somme nella percentuale di circa il 20% (un quinto) dello stipendio o pensione netta del debitore?


Pubblicato

in

da

Commenti

71 risposte a ““Ruba bandiera” per Salvarsi dal Pignoramento dell’Intero Conto Corrente”

  1. Avatar alessandro
    alessandro

    Si che puoi cambiare conto e ti consiglio di cointestarlo almeno pignora il 50% e non tutto….

  2. Avatar Giorgio
    Giorgio

    E’ una legge anticostituzionale e contro i diritti dell’uomo a ben vedere.
    Io per es ho dato mandato ad un’aziendas di fare analisi su 3 campioni, acqua e foglie di 2 alberi trattati con sostanze disebanti. MI hanno tentennato per la quantità d’acqua alla consegna, le foglie sembravano sufficienti. Hanno finito col fare le analisi della sola acqua dandola per potabile, quando la stessa provoca problemi addominali e vie urinarie. Volevo spiegazione il perchè nò degli altri 2 campioni, la loro restituzione. Ritenendo violato il contratto cliente-ditta non ho accettato di pagare, mi hanno citato c/o giudice di pace, il quale non ha tenuto conto della priorità della tutela della salute e della certezza del lavoro eseguito e dell’obbligo che ha la ditta verso il cliente come tutela campioni prova di reato. Mi sono trovato con i conti bloccati e con il libretto PT cointestato, perchè ha un’età avanzata con problemi cuore-deambulazione e medicine, di mia madre bloccato. Ora si trova nelle condizioni di non poter prendere nemmeno le medicine se si rendesse necessario, deve bere e magiare con l’acqua contestata, non può prendere da mangiare per se e animali cortile e cani. E’ uno stato che sà sempre meno di stato di diritto e più di delitto! Questa è una barbarie e fà capire anche il perchè del declino delo ns paese!

  3. Avatar alessandro
    alessandro

    Ciao Pina..sono disperato non riesco ha pagare più niente.Ho dal mio conto tutte le deleghe di finanziamento di vari acquisti tv..frigo.ect,ho un debito con deucthebank di 7500 € una bolletta del gas del precedente fornitore di 2150€ da pagare e altri debiti con comune come multe…Ho moglie e una bimba di 3anni a carico,uno stipendio 1500 circa,con un quinto dello stipendio impegnato un affitto di 550 euri al mese. Dopo aver letto nel tuo blog,ho paura di finire malissimo come faro afar mangiare la mia famigllia se mi congeleranno il conto?!!?ho paura!!!

  4. Avatar luigi
    luigi

    ciao pina sono luigi uno dei primi malcapitati del ppt, ad oggi ho risolto con grossisimi sacrifici i problemi derivanti dalle procedure e dalle conseguenze che il ppt crea, ma ho un ulteriore problema derivante con il mio legale al quale mi ha chiesto una parcella di € 5000 iva inclusa da assolvere entro e non oltre il 31-3-2014.Ha voluto a titolo di garanzia assegni e nnel caso di mancanza adempimento provvedera a incassare i titoli e ad agire giudizialmente con ppt nei miei confronti.Io sono solo tiutolare di pensione di inabilita e senza altri redditi, la mia domanda di farmi sapere urgentemente i riferimenti della sentenza del Tribunale di Savona che ha salvato il debitore da equitalia.Naturalmente non c’e stato con il mio legale nessun accordo anche quando gli ho detto che gli versavo 700 euro dalle 940 che prendo fino al raggingimento della sua parcella.

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Luigi, mi sembra di capire, anche dai tuoi trascorsi, che tu sia caduto dalla padella alla brace. Sbaglio a pensare che l’avvocato di cui parli potrebbe essere lo stesso che spero ti abbia almeno tirato fuori dai guai precedenti? E’ forse lo stesso che ti ha seguito nel pignoramento presso terzi o c’è dell’altro? Se tu avessi superato il giudizio immagino che il tuo legale sarebbe stato soddisfatto per le spese in sentenza, devo supporre che sia andata male qualcosa?

      Certo è che una parcella va corrisposta ma è anche vero che l’importo della prestazione andrebbe pure concordata preventivamente, non dico al centesimo ma in linea di massima. Se ritieni che la parcella non sia congrua all’effettiva attività svolta, puoi sempre rivolgerti all’Ordine degli Avvocati e/o ad un’associazione di consumatori della tua città, potrebbero anche intentare una sorta di conciliazione che non escluderebbe la possibilità di un piano di rateazione, ma questo lo dovresti verificare con loro direttamente.

      Per quanto attiene alla sentenza del Tribunale di Savona, fermo restando che si riferiva ad Equitalia, mentre qui fondamentalmente il creditore è un privato, non ho avuto modo di avere gli estremi, ho letto della sua esistenza e anche di qualche suo passaggio virgolettato a questa pagina Web.

      Sembra rassicurante la sua conclusione quando si legge:

      “Il provvedimento del tribunale di Savona è innovativo e sicuramente segnerà un ‘precedente’, restituendo un po’ di serenità a pensionati e non solo – è il commento dell’avvocato Bertolino – Con questa decisione il tribunale definisce l’estensione della norma sulla pignorabilità di pensioni e stipendi, stabilendo che un assegno di pensione o uno stipendio è tale anche se è depositato su un libretto postale o conto corrente, e pertanto non può essere pignorato oltre i limiti fissati dalla legge”

      Speriamo sia estensibile anche a creditori che non siano agenti di riscossione. Ti auguro un buon proseguimento di serata.

  5. Avatar franco

    buon giorno avrei una domanda vorrei sapere se il pignoramento su conto corrente bancario può essere eseguito sensa preavviso…e se possono pignorare le 800 euro che percepisco dallimps per cassa integrazione a 0 ore …e limporto di 2400 euro dei mesi accumulati dallimps sempre riguardo la cassa integrazione grazie in anticipo x le risposte

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Franco, la sgradita sorpresa di trovarsi il conto corrente pignorato sembra che ancora le nostre leggi la scongiurino, infatti, prima di passare alle vie di fatto il debitore dev’essere preventivamente informato con il cosiddetto atto di precetto che può essere pagato entro dieci giorni o, se ve ne sono i motivi, opposto – sempre con l’aiuto di un legale di fiducia per farsi assistere al meglio – al fine di bloccare l’esecuzione forzata rappresentata dal successivo atto di pignoramento.

      Così come ormai sappiamo, gli emolumenti pignorati alla fonte (datore di lavoro, Inps, ecc.) possono essere pignorati in percentuale, mentre dopo l’accredito in banca questo non avviene più poiché è l’intero conto corrente che fa fede e questo può essere pignorato interamente impedendo, fino alla definizione dell’udienza, che il debitore possa fare qualsiasi operazione sul conto pignorato dove ogni importo depositato a vario titolo sarà bloccato fino al raggiungimento del debito. Infatti sarebbe meglio non arrivare a questo punto ma definire la vicenda prima, anche transattivamente.

      E’ di gennaio scorso una sentenza del Tribunale di Savona che ha “salvato” da Equitalia il conto corrente di un commerciante in pensione stabilendo che “la natura privilegiata delle rate pensionistiche” rimane tale anche dopo l’accredito sul conto corrente dove, come nel tuo caso, vi sono voci di entrata riferiti solo ed unicamente all’importo percepito dalla cassa integrazione, infatti prosegue la sentenza “purché la natura del credito sia immediatamente riconoscibile per denominazione e importo e purché non vi siano all’attivo voci diverse”. Speriamo che l’esito di questa sentenza, al momento di primo grado, dia i suoi frutti.
      Ti auguro una buona giornata.

  6. Avatar Carlo
    Carlo

    ma figurati, grazie mille…..! in bocca al lupo a te Pina.

    a presto

  7. Avatar Carlo
    Carlo

    ciao, certo che è brutto e freddo ma purtroppo oggi il mondo è questo e tu sei delicatissima e gentilissima.

    Avevo il perito di parte, ctp, durante tutto il percorso, vorrei capire se io posso fare qualcosa per contestare questa perizia del ctu. Non sò se con un’altro avv e un’altro ctp ?

    La cosa che mi rammarica di più è che l’indirizzo di residenza mia e della sede della ditta è lo stesso della casa di mia mamma e non posso fare altrimenti per il momento.

    Per ora ti ringrazio della gentilezza e se hai tempo mi rispondo se non grazie lo stesso…

    buon lavoro….

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Carlo, ti ringrazio intanto per le parole carine. In merito alla perizia depositata dal CTU, se nei termini previsti dal giudizio in corso, puoi senz’altro muovere dei rilievi e l’unico che può farlo è il tuo avvocato con l’aiuto di un perito di parte (il tuo). Dovreste leggere attentamente quanto depositato dal Consulente d’Ufficio e controbattere sui punti che ritenete siano contestabili.

      Spero che tu riesca a superare questo brutto momento. A presto.

  8. Avatar Carlo
    Carlo

    salve,

    io ho subito un mancato pagamento di un lavoro da parte di una committenza e x questo motivo sono debitore nei confronti dei miei fornitori che si stanno attivando con gli ufficiali giudiziari x pignorarmi le cose a casa :-(………la casa è in affitto e le cose sono di mia mamma, io sono nel suo stato di famiglia ma sono completamente nulla tenente…….ai creditori devo fatture e loro fanno atti esecutivi attraverso queste…il perito del tribunale che non aveva mai visto una casa di legno come quella che il committente mi ha commissionato, i quali lavori sono oggetto del contendere, non ha dato ragione a nessuno e io sono rimasto con un pugno di mosche in mano, pieno di debiti….ma posso chiedere una contro perizia, mi posso difendere ?…..e poi tornando ancora ai pignoramenti, io se dovessi lavorare da dipendente o ancora con la partita iva, cosa rischio sui miei conti ? grazie a questa brutta avventura ho dovuto chiudere la ditta individuale e sono senza lavoro……

    grazie x la risposta……

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Carlo, intanto mi dispiace molto per ciò che ti accade e per quello che stai passando. Inutile dirti che queste situazioni vanno gestite con un professionista di fiducia che immagino e spero tu abbia già!

      Da ciò che scrivi mi sembra di capire che il perito del Tribunale, che penso sia il CTU – Consulente Tecnico d’Ufficio – avrà senz’altro depositato una sua perizia che, nei termini di legge, può senz’altro essere oggetto di opposizione e rilievi di controparte e, per fare questo, puoi avvalerti di un CTP – Consulente Tecnico di Parte – (cioè nominato e pagato da te) e, cosa essenziale, di un avvocato che ti segua per tutta la procedura.

      In merito alla tua seconda domanda, se il pignorato sei tu personalmente (e trattandosi di una ditta individuale non lo escludo), ogni cosa che andrai a fare a tuo nome potrà essere oggetto di azione di recupero poiché i creditori cercheranno di rientrare in possesso delle loro somme non appena si presenterà l’occasione.

      E’ brutto dover affrontare un argomento così delicato con tanta freddezza, ma questo strumento di comunicazione non può fare altro. Mi spiace veramente tanto. Ti auguro di venirne fuori al più presto. Un abbraccio.

  9. Avatar amendola
    amendola

    Salve/nel 2011 ho fatto richiesta anticipo tfr(lavoro da 14 anni)per spese dentistiche a mia figlia documentate.L’Azienda mi ha risposto che in base alla legge 297/92 poteva essere presa in considerazione solo nel 2012.Segue info Azienda:Purtroppo pe il 2012 la richiesta non è possibile accettarla perche’non rientra nei limiti previsti dalla legge 279/92 e questo lo capito.Ora siamo nel 2014 e l’Azienda mi a di nuovo risposto(ed è qui la mia domanda)che non possono darmi nulla perche’il TFR è bloccato dal pignoramento(gia’ho il quinto in busta paga)di Equitalia poiche’ la cifra da pagare è di 8000 euro.Sul web o letto che Equitalia non puo’pignorare piu’del quinto del tfr,è vero?Ancora oggi ho bisogno su di me per spese dentistiche urgenti.Posso eventualmente tramite avvocato del diritto del Lavoro impugnare una richiesta di sblocco per motivi di salute,se eventualmente avesse ragione l’Azienda? In attesa di risposta porgo cordiali saluti.

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Amendola, come sempre, quando si tratta di casi specifici che hanno già un decorso preferisco non entrare nel merito, stante che non conosco né atti né fatti e sarebbe assolutamente azzardata qualsiasi considerazione che non sia di carattere generale.

      E, in generale, posso dirti che intanto, visti gli anni di lavoro (ne bastano 8) potresti aver diritto ad una anticipazione fino al 70% del tuo TFR, anche per i motivi che hai esposto se questi sono documentati come inderogabili e necessari, fermo restando che la richiesta avanzata al datore di lavoro, prima di trovare accoglimento, deve rispettare determinati criteri di assegnazione riferiti alle percentuali dei dipendenti aventi diritto che ne fanno richiesta contemporaneamente, oltre le quali (percentuali) il datore di lavoro potrebbe anche rifiutarsi. Pertanto, non vorrei che il rifiuto del datore di lavoro sia stato determinato da questo e non dal pignoramento che riferisci. Dunque, se non soddisfatto dalla risposta del tuo datore di lavoro, potresti chiedere la motivazione del rifiuto per iscritto.

      Se i motivi di rifiuto non fossero determinati da quanto sopra, a meno che da parte tua, precedentemente e/o in altra occasione, non sia stato ceduto in garanzia il totale del tuo TFR (ecco perché è importante che tu ne parli col tuo legale), non so a quale altro titolo e/o motivo impeditivo si riferisca il datore di lavoro stante che il TFR, anche se fosse pignorato da Equitalia esistono dei limiti di pignorabilità presso terzi nella misura di 1/10 per stipendi, pensioni e altre indennità derivanti dal rapporto di lavoro fino a € 2.500,00; oltre questo importo e fino a € 5.000,00 il pignoramento potrà essere di 1/7; oltre i 5.000 euro le somme possono essere pignorate nella misura di 1/5.

      Quanto appena detto è su base generale, pertanto, ritengo sia opportuno che tu possa valutare il da farsi con un professionista di fiducia.
      Ti auguro un buon proseguimento di serata.

      1. Avatar Amendola
        Amendola

        La ringrazio per la sua risposta.Seguiro’senz’altro i suoi consigli.

  10. Avatar paola
    paola

    Salve; il mio c/c è stato bloccato . Ho un debito di 7500 € .. non posso muovere un euro. Ma il fatto è che in quel conto vengono accreditati gli assegni alimentari a favore dei miei 2 figli minori… com’è possibile che il giudice che ha emaso tale precetto non abbia voluto vedere con occhi suoi i soldi che circolano nel mio conto. Ora cosa posso fare ? Se apro un altro conto quanto ci mettono a rintracciarlo? Gli assegni alimentari sono intoccabili ? Quei soldi sono l unica fonte di sussistenza . Posso chiedere ad un giudice tutelare di intervenire per la salvaguardia e gli interessi dei minori ? L unica cosa che ho fatto questa mattina ho chiesto di non versare più il mantenimento.. ma di fare un assegno.

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Paola, così come in altre occasioni, quando si tratta di specifici problemi, tra l’altro anche piuttosto delicati, per i quali immagino tu sia già seguita da un tuo legale di fiducia, non mi sembra il caso nè corretto esprimere alcuna considerazione in merito, anche perché non conosco gli atti.

      Potrei mantenermi sul generico ma in questo caso e a questo stadio ogni mia personale considerazione potrebbe rendere tutto più difficile. Ti suggerisco di continuare a farti seguire dal tuo legale, lo farà senz’altro meglio di chiunque altro.
      Ti auguro una buona serata.

      1. Avatar paola
        paola

        non vorrei, e scusate nel caso mi fossi sbagliata, che pensasse di rispondere a me, vista l’omonomia e che già le avevo anticipato che ero seguita da un legale. indi sottolineo che la richiesta qui sopra è di diversa Parte e diverso oggetto. Ringraziando per tutta la disponibilità dimostrata nei confronti di molti, saluto cordialemnte. Paola (altra..)

        1. Avatar Pina Teresa Lontri

          Ciao Paola (altra!), sei stata carinissima a voler puntualizzare la tua estraneità alla su riportata domanda e conseguente mia risposta del 18 febbraio ma, pur nella mia eventuale (e non esclusa) sbadataggine, non potrei sbagliare, pur volendo, il destinatario della risposta poichè il sistema, malgrado le numerose omonimie (visto che permette di indicare solo il nome), non visibile agli altri indica l’e-mail con la quale viene lasciato il commento e l’eventuale iscrizione alla discussione.
          Cordiali saluti.

          1. Avatar paola
            paola

            scusate voi tutti.. pignoleria la mia, ma oltre l’omonomia, anche l’oggetto mi sembrava simile.. grazie ancora di tutto

  11. Avatar Angela
    Angela

    Buonasera, vorrei sapere se esistono tipi di conto corrente, oppure di libretti o depositi oppure di altro genere dove mettere i miei soldi , ma non pignorabili da equitalia.

    Ho con equitalia un pignoramento sul mio usufrutto della casa dove abito che attraverso i vari gradi di opposizione è arrivato in cassazione, ma di cui purtroppo prevedo un esito negativo.

    Che posso fare per non farmi togliere la possibilità di sopravvivere a me e ai miei figli?

    Grazie.

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Angela, purtroppo ogni nostro conto corrente, carta di credito prepagata (sia essa ordinaria o monouso), o altro sistema al fine che sia “tracciabile”, può essere bloccato dalla banca se soggetto a pignoramento.

      In merito però al pignoramento dell’usufrutto della casa dove abiti, il cui iter sembra si stia concludendo (spero vivamente per te positivamente) e per il quale certamente sei già seguita da un legale di fiducia che conosce meglio di chiunque altro dettagli non riferiti né riferibili in questa sede, preferirei non interferire in alcun modo. Spero comprenderai la mia posizione.
      Ti auguro un buon proseguimento di serata.

  12. Avatar marta
    marta

    Salve, Non so che dire ma io ho solo la delega nel c/c non sono cointestata….anche gli e/c arrivano intestati solo a mio marito …quando l’inps mi ha chiesto l’iban non mi ha chieto a chi era intestato per cui io ho dato l’iban e mi arriva regolarmente la mobilità lo stesso dicasi per quando mi arrivava lo stipendio..bho!

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Marta, ribadisco la mia perplessità in ordine a quanto abbiamo già detto su delega e cointestazione del conto corrente, ma non ho motivo di ritenere la tua affermazione non veritiera (probabilmente sfugge qualcosa a me)!

      L’unica cosa che penso di poter affermare, in base alle mia conoscenza, è che su un conto corrente intestato a persona diversa dal debitore, non si possa operare alcun pignoramento, a meno che non si intenda far passare una sorta di comunione dei beni tra i coniugi.

      Nel momento in cui, nella generalità dei casi (a quanto pare non del tuo – visto che sei delegata ma hai accesso al conto con le stesse facoltà dell’intestatario) si versano delle somme sul proprio conto corrente, questo può essere aggredito per l’intero importo del debito e verrebbe meno la percentuale di pignorabilità che invece va rispettata nel caso di pignoramento presso il datore di lavoro o altro che non sia la banca.

      Nel tuo caso, trattandosi di Equitalia, questa non ha l’obbligo, come per tutti gli altri creditori, di seguire determinate procedure, ma può agire direttamente notificando alla banca il pignoramento senza neanche bisogno del precetto. Ovviamente può farlo superati i termini perché il debitore, ricevuta la cartella esattoriale, possa decidere cosa fare per pagare l’insoluto in questione (chiedere la rateizzazione e altro), entro i successivi sessanta giorni.

      Che dire, tieni conto di quanto ti ho indicato con il beneficio del dubbio, stante che ancora oggi non comprendo come sia possibile che tu possa anche solo versare un assegno a tuo nome sul conto corrente intestato solo a tuo marito!
      Ti auguro una buona giornata.

  13. Avatar marta
    marta

    Buongiorno, purtroppo ho un debito con equitalia che a parte un miracolo non riuscirò mai a saldare…..vivo di stipendio (ora indennità di mobilità) non ho un c/c mio…ma lo ha solo mio marito nel quale io ho la solo la delega per verare e/o ritirare…in questo c/c viene bonificata ogni mese la mobilità. Ora devo ricere circa 12.000 euro dall’Inps per TFR (azienda fallita) equitalia ovviamente (e giustamente)in data 28.11 ha avviato il pignoramento c/o terzi (anche se io non ho ancora ricevuto alcuna notifica) prendo atto della data data di avvio della procedura dal sito Equitalia.
    La mia domanda è la seguente…presumo che il pignoramento del TFr sia solo del 20% dell’importo netto…per cui se mi dovessero essere liquidati i rimanti 9.000 euro e li verso nel c/c di mio marito, può essere pignorato tale conto corrente anche se io ho solo la delega e non sono cointestata?? grazie a chiuque voglia darmi un suggerimento

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Marta, scusa ma non riesco a comprendere come sul conto corrente intestato, in questo caso a tuo marito, tu con la sola delega possa avere l’accredito di somme a tuo nome. Il delegato su conto corrente, che io sappia, opera per conto dell’intestatario e non certo per uso personale. Se ritieni, dammi notizie in merito. Grazie. A presto.

  14. Avatar paola
    paola

    Grazie per la cortese e sollecita risposta, ma come vede non ne vengo a capo. Certo che ho pagato l’intera somma. Alla banca ho presentato atto di desistenza della controparte e copia autenticata dell’estinzione rilasciata dal Tribunale. La banca vuole anche la comunicazione dell’Ufficiale Giudiziario, ma visto che c’è stata già la dichiarazione del Giudice, non capisco perché la banca non si accontenti, anche perchè i tempi della cancelleria sono lunghissimi e non ho idea da chi l’Ufficiale giudiziario dovrebbe essere attivato.. Insomma, tanto per rimarcare, oltre il danno la beffa.. e dopo orami 2 mesi e sei giorni aver eseguito il pagamento, ancora non mi è possibile rientrare in possesso della cifra bloccata.. Per il pignoramento ci hanno messo un attimo.. Grazie per avermi letto.

  15. Avatar paola
    paola

    non so se inserisco qui a dovere la domanda, nel caso scusatemi, ma mi urge avere notizie in merito allo sblocco del mio conto corrente.
    in accordo con la controparte ho pagato prima di procedere in tribunale. Ora mi è stato rilasciato decreto del giudice, nonchè desistenza dei legali della controparte,che ho presnetato in banca, ma la banca per sbloccare il conto vuole anche la comunicazione dell’Ufficiale Giudiziario.. sono già passati due mesi e 5 gg da che ho pagato e non ho la più pallida idea di quando l’ufficiale giudiziario invieerà la comunicazione. Inoltre non capisco che c’entri quest’ultimo, visto che non siamo andati ad udienza e ho pagato prima. Vorrei anche sapere a quanto si aggireranno le spese per la tassa di registro e chi o quando me la invierà..
    Ormai sono terrorizzata dal fatto che possano accadere altri inconvenienti… così è stato fin dall’inizio, visto che avrebbe dovuto pagare l’amministratore di sostegno la retta ove era ricoverato mio zio, ma che non ha fatto nulla e si sono rivalsi su di me.. visto che il pignoramento è stato fatto per sbalgio in anticipo, prima della scadenza di pagamento, visto che a me neppure hanno notificato il blocco del conto corrente, se non dopo…. insomma tutto a mio sfavore, ma voglio solo chiudere queta storia purchè possa tornare in possesso del mio conto corrente, ma ora che altro vuole la banca???Trattasi della Bancaintesa.. con la quale ho un rapporto da 28 anni e che non ho mai avuto problemi in precedenza e ora mi tratta come una criminale.. Grazie di cuore

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Paola, ribadisco che in merito a casi specifici e tra l’altro anche piuttosto delicati – che immagino siano già seguiti da un professionista, il cui operato non va certo messo in discussione a seguito di un quesito su un sito web ed una eventuale risposta senza che vi siano i presupposti documentali per poterla dare serenamente – occorre fare sempre riferimento al legale e/o altro professionista che segue la pratica.

      Hai esposto un caso che già di per sé presenta aspetti da verificare: parli di un accordo con la controparte che, presumibilmente, potrebbe essere una conversione del pignoramento avanzata dal tuo legale tramite apposita istanza al giudice dell’esecuzione o una transazione; di un decreto che avresti presentato in banca; non so se l’esecuzione è stata dichiarata estinta per aver completamente saldato il debito o se questo è stato pagato solo in parte, ecc..

      Generalmente, per rendere immediatamente libero il conto corrente è necessaria la dichiarazione del giudice dell’esecuzione che dichiara chiusa la procedura avvisando la banca come terzo pignorato. Non comprendo nè ho elementi sufficienti per capire il motivo per il quale tu non avresti ancora superato questo problema. Sarebbe il caso di parlarne con il tuo legale che, se dovesse ritenere contestabile il comportamento della banca, potrà senz’altro chiedere le dovute spiegazioni oltre che formulare eventuali solleciti che il caso richiede, non ultimo minacciando azioni legali.

      Mi spiace non essere riuscita a colmare i tuoi dubbi. In questi termini non mi sembra il caso di esprimere pareri che potrebbero rivelarsi superficiali e avventati.
      Ti auguro un buon proseguimento di serata.

  16. Avatar mamma
    mamma

    Ciao, ho una domanda da farvi, dato che vedo che siete tutti abbastanza informati. Ho saputo dal mio ex marito che un creditore mi sta facendo fare il pignoramento su conto corrente che sarà oramai attivo a breve per 5000 euro. Sul conto corrente, arriva solo il mensile di mantenimento di mio figlio di 300 euro, peraltro prelevati da anni tutti i mesi. Il padre di mio figlio mi chiede di aprire un nuovo conto perché vuole evitare che tale mensile venga pignorato. Certo senza il suo mensile, ce la vedremmo ancor più brutta, ma ha senso aprire un nuovo conto corrente in un’altra banca prima che il pignoramento sia ufficializzato all’istituto di credito? Inoltre, non potrei semplicemente, chiudere il conto sin da oggi, così quando arriverà la notifica alla banca il mio conto risulta già chiuso? Inoltre: fino ad ora abbiamo vissuto grazie all’aiuto dei miei genitori, ma se dovessi trovare un impiego, potrei farmi accreditare lo stipendio altrove o non farlo accreditare dato che si tratterebbe sicuramente di collaborazioni per periodi brevi, per sostituzioni o altro, ben al di sotto dei 1000 euro al mese? Grazie del vostro aiuto.

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao, come più volte detto il conto corrente può essere oggetto di pignoramento, indipendentemente dalle somme che in esso vengono depositate e/o accreditate. Diverso è l’iter e anche il tipo di somme pignorate, se queste dovessero essere ritenute alla fonte.

      Detto questo, da ciò che scrivi mi sembra di capire che al momento il tuo conto corrente sia solo “d’appoggio” delle somme riferite al mantenimento di tuo figlio da parte del padre e che non vi siano altri importi né altre movimentazioni che non siano quelle di entrata dell’importo di cui trattasi e di prelevamento dello stesso.

      Beh, andare a pignorare un conto corrente che non abbia la capienza sufficiente a soddisfare il credito mi sembra azzardato, così come inutile sarebbe per te aprirne altri poiché ogni tuo conto sarebbe attaccabile; inoltre, se come dici a te non serve avere un conto corrente e temi pure di poter essere oggetto di azioni di recupero, sarebbe meglio al momento non averlo affatto.

      Ciò che esponi è piuttosto personale e delicato e non ritenendo di poter esprimere un parere inequivocabile su elementi che non ho chiari, ti suggerisco di rivolgerti ad un tuo legale che, sulla scorta di una conoscenza anche documentale, potrà soddisfare meglio la tua richiesta.
      Ti auguro un buon proseguimento di serata.

  17. Avatar ivan

    ciao a tutti, volevo dirvi che anch’ io mi trovo nella situazione “conto congelato” per morosità e non so che fare, forse perdo pure il lavoro perchè il datore non vuole questi problemi e mi ritrovo con due figlie in mezzo a una strada e senza lavoro.quindi mi unisco a voi questo e il mio numero 3480672513, bisogna essere uniti e non fare come lo stato metterci l’uno contro l’altro.in fine vi dico che ho scritto sia alle iene che al gabibbo perchè queste cose si devono sapere non tener nascoste.vi chiedo scusa per il mio sfogo e spero che qualcosa cambierà o saremo costretti a fare cose che non vorremmo fare.

  18. Avatar vincenzo
    vincenzo

    Ciao luigi intanto grazie per la risposta. ..io non temo d’ESER MARCHIATO….ne di fare la FILA alla posta.. temo solo coloro che ci “fottono” tutti i giorni…..il pignoramento e uno dei tanti problemi….che occorre risolvere ….secondo me ….cn una bella rivoluzione alla Libanese….Siriana…Egizia. …ma in attesa che succeda io mi propongo nel costringere i porci baroni del dio denaro( banche e finanziarie) a rispettare la legge …per cui si puo e si deve solo pignorare 1/5 della mobilita…..e i soldi che si trovano (per quel pazzo che li lascia) sul conto. …E non i successivi accrediti….cosi da baypassare il limite del 1/5!!!!

    1. Avatar luigi
      luigi

      vincenzo sono luig…quarda che io non ci mastico in campo legale-tributario ne tantomeno in recupero crediti,sono un semplice pensionato con un figlio e che si e trovato suo malgrado a essere inserito in questo vortice giudiziale ma ho voluto mettere a conoscenza la mia esperienza personale perche mi sono reso conto che non solo il solo….sono troppo piccolo e debole da combattere una battaglia contro tutti gli organismi finanziari perche sono invisibili e astratti…non si puo interaggire con nessuno e nessuno si prende la responsabilita di tutelarti secondo la costituzione al minimo della capacita per poter almeno mangiare!!!! per quanto mi riguarda mi possono privare di tutto ma nessuno mi puo privare di gridare a tutti la mia rabbia, e se c’e una sola persona che mi ascolta ho almeno avuto una piccola soddisfazione morale….ma niente di piu…scusa il mio sfogo ma credo che mi capisci!!!ciao

  19. Avatar vincenzo
    vincenzo

    Salve, mi chiedevo :se in seguito al pignoramento della mobilità per una misura tale che il reddito netto percepito risulti DIVENTARE minore di 1000 euro , si può richiedere all’INPS di non eseguire più bonifici sul mio conto in maniera tale che per ALTRI “avvoltoi” risulti impossibile e/o inutile pignorare il Conto Corrente?
    Inoltre se in seguito al pignoramento del Conto Corrente io chieda all’INPS di eseguire il bonifico su un altro mio conto , sempre della stessa banca , esso sarebbe lo stesso immediatamente pignorato, o avrei altro tempo, per disporre di ciò che è MIO?
    In fine le carte prepagate con codice Iban cono considerate CONTI CORRENTI?

    1. Avatar luigi
      luigi

      ciao vincenzo sono luigi…hai ragione sul fatto che puoi chiedere all’inps il non accedito della pensione sotto i mille euro ma devono essere lordi cioe il cud non deve superare i 11999,00 annui….inoltre chiederai che la pensione verra versata allo sportello postale e faria la fila ogni 1 del mese…per la seconda richiesta il c/c viene bloccato su titti i rapporti con l’istituto di credito anche a livello nazionale compreso il deposito titoli…per la 3 richiesta e averre una carta prepagata la deve rilasciare la banca dove vieni censito e titolarre di parta pprepagata e possono intervenire sul saldo di giacenza positivo della carta…..un consiglio se non raggiungi un accordo transativo in sede civile ti ritroverai marchiato alla sulla tessera soci coop…mi dspiace ma puttrocco e cosi!!!

    2. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Vincenzo, l’Inps con suo messaggio n. 3204 del 23.02.2012 ha chiarito gli aspetti operativi per i pagamenti di qualsiasi emolumento e a chiunque destinato di importo superiore a 1.000 euro NETTI confermando che le Pubbliche Amministrazioni dovranno utilizzare esclusivamente “strumenti di pagamento elettronici disponibili presso il sistema bancario o postale, ivi comprese le carte di pagamento prepagate e le carte di cui all’articolo 4 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”.

      Inoltre, tutti i modelli predisposti dall’Inps, anche quello che riguarda le domande di prestazione di mobilità, in merito alle modalità di pagamento non lasciano spazio ad altre scelte se non quelle del bonifico domiciliato presso l’Ufficio Postale o del Conto corrente bancario o postale – libretto postale – Inps Card – Carte di pagamento dotate di Iban.

      La mia premessa, purtroppo, non elimina il vero problema: che dopo il Decreto legge “Salva Italia” n. 214/2012, quello che prima veniva versato contanti a mani del percettore, tramite le Poste, ora è imposto che venga versato in un conto corrente o libretto di risparmio costringendo chiunque debba avere delle somme, in questo caso dall’Inps, ad aprire un conto corrente che, purtroppo, a differenza della pignorabilità di un quinto previsto alla fonte, può essere aggredito totalmente fino al recupero delle somme dovute per qualsiasi posizione debitoria.

      Il frazionamento a cui ti riferisci tu, il residuo della tua mobilità dopo il pignoramento alla fonte che abbassa l’importo ad una soglia inferiore a 1000 euro netti, non credo sia possibile in quanto non è previsto che l’Inps eroghi a rate quel tipo di emolumento, in poche parole non è connaturato all’operazione né è la conseguenza di un preventivo accordo tra le parti. Fermo restando che potrai sempre inoltrare istanza al fine all’Istituto che, deve comunque rispondere e, a quel punto potrai dire di aver provato non lasciando nulla di intentato. Il risultato potrebbe essere quello sperato, oltre le normali previsioni.

      Per quanto riguarda la tua idea di aprire altri conti correnti dove farti accreditare le somme, nulla ti vieta di farlo e l’Inps, se modifichi il conto di appoggio deve seguire le tue indicazioni, fermo restando che quel pignoramento alla fonte rimane e, se in seguito dovesse essere attaccato potenzialmente il conto corrente, chi intende procedere a una simile operazione avrà cura di sapere la tua posizione economica prima di intraprendere il recupero coattivo che verrà notificato alla banca del debitore. E’ ovvio che la banca sarà tenuta a bloccare ogni conto o carta di credito sia essa prepagata ordinaria o monouso. Dunque anche le carte di credito possono essere pignorate.

      E’ chiaro a chiunque che alla fine, per scovare gli evasori fiscali con la tracciabilità dei pagamenti, chi ci va di mezzo rimane il cittadino dei pochi spiccioli!
      Ti auguro una buona giornata.

  20. Avatar luigi
    luigi

    caro essebi non ho finito…..fai molta aattenzione che questo stato di cose logora fortemente anche la propria famiglia perche la paura di avere il frigorifero vuoto senza che qualcuno si faccia avanti e tamponi con un aiuto credendo di aver la possibilita di rimborso dalla pensione in primis l’avvocato……ti offenderanno e dovrai dare le spiegazioni a tuo figlio….un consiglio veramente di cuore cerca di essere calmo anche e soprattutto all’udienza perche se sei impulsivo anche se e giustificato la procedura da civile si trasforma in penale…modera i toni non parlare non sfogarti ne arrabiarti non puo farci nulla……ti assicuro a differenza di me che non avrai ulteriori aggravanti…..

    1. Avatar essebi
      essebi

      luigi, grazie.
      sono calmissimo anche se l’ istinto mi indurrebbe a comportarmi nello stile di “una giornata di ordinaria follia” …partendo dalla mazza da basebal per un escalation verso il bazooka
      credo d’aver trovato un buon supporto “giurisprudenziale” nella consorte che sviscera questa assurdamente contorta materia, ereditata da partiche medioevali con risvolti degni del peggior shylok (l’ usuraio del “mercante di venezia”) ma soprattutto confortato da un giovane legale che non si arrende… in questa sede non posso essere piu’ esplicito, ma serve anche l’ audacia…
      in merito al fare squadra contro questa astrusita’ immorale e indegna di un paese civile (blocco del 100% della pensione di anzianita’ in assenza di altre entrate o proprieta’) mi troverete al vostro fianco…

      1. Avatar luigi
        luigi

        ciao essebi sono luigi….nella tua lettera mi ha incuriosito la parola audacia , c’e forse qualche strumento tecnico o amministrativo che possa arginare il fenomeno? io non ne sono a conoscenza e per favore dammi quaalche spiegazione!!!!!

  21. Avatar luigi
    luigi

    ciao essebi sono luigi e vogllio risppondere alla tua richiesta d’informazione in quanto sto vivendo in egual misura il dramma come a mia prima richiesta d’aiuto!!!!!!!!!!!!!!allora in qualita di pensionato non hai diritto al patrocinio gratuito il c/c vienee pignorato fino al debito maggiorato del 50/ non gli ne frega niente se hai un figlio o moglie a carico, inoltre se tramite un avvocato non concordi con il debittore e il legale ti chiede ina parcella di 4000 euro.visto che e un debito per mancata locazione questo continua a esistere fino al rilascio dell’immobile e considerando che a dicembre prenderai la tredicesima ti devi fare i conti quanto di costa fino al rilascio dei locali peeche anche in fase di cconcordato le procedure eecutive pper lo sblocco non sono inferiori a mesi tre……quindi si accompagna anche la necessita di trovare un alloggio in breve tempo con tutti i costi relativi trasporto commmissioni immobiliari deposito cauzionale ma sospratrtutto sei marchiato a vista perche non hai la ppossibilita di emettere assegni a garanzia…..certamente se non hai potuto pagare l’affitto e perche non avevei la disponibilita ma e ti capisco

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Luigi, intanto vorrei ringraziarti per l’attenzione che poni ai contenuti del mio sito e per la tua costante partecipazione, anche se, purtroppo, per quanto riguarda la tua situazione non sono riuscita a darti il sostegno di cui hai bisogno.

      Ho letto il tuo precedente intervento e stavo appunto per risponderti. Leggendo quello che hai scritto in merito all’effetto che ti ha dato la vicinanza di tuo figlio, mi sono emozionata, ho anch’io una figlia e comprendo il tuo stato d’animo.

      Ritengo che l’atteggiamento combattivo e non di rassegnazione giovi sia a te che a tutti noi, ma dobbiamo pur sempre fare i conti con una giustizia che lascia il tempo che trova e ci mette in obbligate condizioni di sudditanza. Sono la prima a dire che bisogna far fronte comune per affrontare i problemi, da soli non si va da nessuna parte, ma sono anche quella che pensa e sostiene fermamente che siamo in uno stato di diritto e solo con metodi di diritto, mediante la partecipazione alla vita politica e sociale, riusciremo a scardinare piano piano questo sistema che ci opprime ma che non riuscirà a farci perdere la stima di noi stessi e la consapevolezza delle nostre capacità.
      Un abbraccio.

      1. Avatar luigi
        luigi

        ciao pina sono luigi ….mi complimento con la tua iniziativa della rubrica ruba bandiera sono orgoglioso di poter interagggire per un confronto ma io ho dato il mio numero di telefono che ripeto 347-3802577 attivo 24 ore su 24 in quanto ho notato che a tutte le richieste non c’e una risoluzione per limitare i danni anche se noi ci troviamo in difetto….quello che voglio dire che la situazione sta diventando un problema sociale e deve essere portato allo scoperto perche a eccezione di esperienze personale c’e parecchia disinformazione in quanto non conoscono tutti gli aspette burocratici e tecnici e anticostituzionali…la mia idea e di costituire collettivamente un associazione di aiuto e di supporto e vorrei che tu fossi il pioniere

  22. Avatar Essebi
    Essebi

    A seguito di pignoramento presso terzi per debiti relativi ad affitti non pagati il mio cc e’ stato bloccato a richiesta del creditore. Su quel cc (unico a me intestato) viene accreditata mensilmente la mia pensione INPS già ridotta da cessione del quinto e non ho altri redditi. Come posso evitare che mi pignorino il 100%? Ho a carico moglie e figlio. udienza fissata al 27/11
    P.S. Curiosamente l’atto dell’ UNEP e’ in data 21/10 ma il cc è’ bloccato dal 16/10…
    Grazie

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Buongiorno, purtroppo, come ho avuto modo di ribadire in altre mie risposte, gli “assalti” ai conti correnti sono sempre più frequenti poiché facilita al creditore il recupero del suo credito che, se dovesse riguardare (come nel tuo caso) un pignoramento presso terzi nella figura dell’Ente che eroga la tua pensione (l’Inps), risulterebbe molto più lungo e farraginoso.

      Questo sistema a dir poco coercitivo è stato ancora più fattibile dopo la norma che ha introdotto l’obbligo di accredito dei nostri emolumenti pari o superiori a mille euro, dunque anche l’apertura di conti correnti ormai divenuti serbatoi di approvvigionamento per chiunque, impedendoci di fatto di poter sottrarre – o meglio di poter salvare – da azioni di recupero così aggressive e non più in misura percentuale, quanto ci permetterebbe almeno di sopravvivere.

      Detto questo, posto che dovrai comunque confrontarti con il legale che immagino e spero ti stia seguendo, ti suggerisco di leggere la risposta a questo link e a questo.
      Spero ti sia utile. Ti auguro un buon fine settimana.

  23. Avatar luigi
    luigi

    buonngiorno a tutti……sono luigi e questa mattina mi sono alzato rendendomi conto che e inutile piangersi addosso e non reagire per risolvere questa tragedia……ieri sera mio figlio mi ha preso la mano e mi ha detto che finche non hai una malattia puoi sempre avere la dignita e il rispetto ma sosprattutto l’orgoglio di essere un padre e di essere ancora utile……forte di queste parole tutta la notte mi ha dato una carica energetiva da cercare di trovare una risoluzione al problema che da quanto ho capito non fa distinzione di sesso e di categorie sociali o religioni……credo che questo sia diventando un problema sociale e questa battaglia deve essere conbattuta con la forza di tutti e non individualmente……vi lascio il mio cellulare 347-3802577 per chiedervi di mettersi in contatto compreso pina lontri per un confronto e credo che ci possa essere una risoluzione nella massima trasparenza tanto non abbiamo piu nulla da perdere ……grazie di cuore della vs attenzione.

  24. Avatar matteo
    matteo

    Salve, la mia situazione è triste. Mi stanno pignoramento un quinto dello stipendio fino al 2017 per debiti cumulati causa perdita lavoro. Ora ho un lavoro fisso per fortuna. Negli ultimi giorni un agenzia di recupero crediti mi chiede di pagare 3000 euro per un finanziamento non pagato. Nel avviso dicono che hanno intenzione di pignorare lo stipendio. Sapendo che si mettono in coda dopo l altro, possono bloccare il conto corrente su cui gli unici soldi che arrivammo sono quelli dello stipendio? La cosa mi spaventa perché devo pagare affitto e spesa e vivo da solo. Nessuno mi sa dare una risposta e non mi posso permettere un avvocato

    1. Avatar luigi
      luigi

      ciao matteo sono luigi ti rispondo alla tua richiesta esclusivamente perche in prima persona sto vivendo questa tragedia…..non puoi chiedere il patrocinio gratuito per le spese legale poiche hai un reddito fisso e il costo si aggita circa dalle 3000-4000 euro.
      e decaduta la forma che possono accodarsi e chiedere solamente massimo la cessione del quinto perche sono debiti scaturiti da un atto voluto…inoltre il pignoramento e totale e maggiorato in misura cautelativa del 50% del debito piu le spese processuali e vengono congelti tutti i rapporti di credito delle banche anche on line dove hai la residdenza….potrai disporre solo del capitale in eccedenza al pignoramento anche dei conti cointestati…..nessuno ti puo aiutare e nessuno puo credere alla tua storia se non la vive di persona io dal 11-09-2013 con un figlio non sono andato a rubare ma ti assicura che soino andato a chiedere l’elemosina per passare la giornata ma non so fino a quanto possso resistere, considera che giovedi sono andato al mercatino dell’usato per vendere le scarpe di ginnastica di mio figlio e con questo ti ho detto tutto……………………………

      1. Avatar cristian ferrari
        cristian ferrari

        15 Ottobre 2013, pignorato il conto corrente per un debito di 600 euro dovuto ad un’ attività aperta nel 2012 per 20 giorni (presa in gestione senza alcuna spesa iniziale) nel tentativo di produrre un reddito dopo mesi di disoccupazione.
        Restava da pagare l’ ultima fattura al fornitore di carne di 600 euro appunto.
        L’ attività era a nome della mia compagna, abbiamo il c/c cointestato… ma lei non ha alcun reddito, lavoro solo io ed abbiamo 4 figli di 17, 6, 4, 3 anni ed un affitto da pagare. Ma andiamo fino in fondo:
        Su quel conto transitano esclusivamente i miei stipendi da lavoro ritrovato a Marzo 2013 e notate bene: L’ INDENNITA’ DI ACCOMPAGNAMENTO DI NOSTRO FIGLIO disabile. Abbiamo chiesto ed ottenuto la rateizzazione del debito nel frattempo lievitato a 1400 euro e la rinuncia all’ azione legale del fornitore.
        Oggi 13 Novembre 2013 i soldi sono ancora bloccati in attesa che il giudice emetta sentenza di sblocco mentre l’ udienza è fissata per il 13 dicembre… udienza in teoria da annullare vista la rinuncia del creditore. Tutto tace silenzio assoluto rotto solo da un articolo in prima pagina di un giornale locale richiesto dal sottoscritto (Il canavese Versione Ciriè n. 43 del 23 Ottobre 2013) e da una telefonata del legale del fornitore che ci comunicava l’ arrivo della sentenza liberatoria da parte del giudice. Presa e consegnata direttamente in banca ci sentiamo rispondere che per sbloccare i soldi occorrono 10 giorni… Finito?? NO! Il legale ci richiama, questa volta con ZERO arroganza e nemmeno minimamente minaccioso chiedendoci di riportare indietro la sentenza… NON ERA LA NOSTRA ma di un altro debitore nei confronti dello stesso fornitore.
        Noi non abbiamo letto presi dalla gioia, LA BANCA NON HA LETTO, pensate quanto interesse avevano nei confronti di quella pratica SALVA FAMIGLIA.
        Affitto arretrato e ricorso alla Caritas per mangiare.

    2. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Matteo, devi sapere che in merito al pignoramento del conto corrente, questo è stato “sospeso” – non per tutti i casi – solo per i debiti nei confronti dello Stato di cui Equitalia sia riscossore. Tutti gli altri debiti possono riguardare il pignoramento del nostro conto corrente.

      Quando i debiti sono di varia natura, la loro riscossione mediante azione di recupero sullo stipendio, non può riguardare oltre la metà dello stesso lasciando libera l’altra parte per poter sopravvivere. Nel tuo caso, giacchè ne avresti una parte impegnata da altro pignoramento, purtroppo, si potrebbero rivalere sul conto corrente che, evidentemente tu non terrai in buona salute (a buon intenditor …!) vanificando l’eventuale suo congelamento (a quella data ben precisa in cui questo dovesse verificarsi) con somme che non riescano a soddisfare totalmente il loro credito. E’ chiaro che per questo DOVRAI rivolgerti e farti consigliare al meglio sul da farsi da un legale che, giustamente come fa notare Luigi – che ha dato il suo contributo alla tua domanda e che purtroppo sta vivendo una situazione molto triste – non potrà nel tuo caso essere a carico dello Stato (gratuito patrocinio).

      Potresti, anche solo provandoci, rivolgerti ad un’associazione di consumatori e chiedere un loro sostegno mediante i loro legali, potrebbero anche decidere di venirti incontro mettendoti nelle condizioni di poterti intanto difendere nelle procedure migliori da percorrere e poi risolvere economicamente e gradualmente la tua posizione con loro. Stesso dicasi per Luigi.
      Ti auguro una buona giornata.

  25. Avatar jonny
    jonny

    Scusate, vorrei capire meglio come funziona l’atto di pignoramento presso terzi: io ho ricevuto l’altro giorno un atto di pignoramento nel quale mi si diceva che Equitalia aveva chiesto alla banca xy se risultavo nel loro database, e avendo ricevuto risposta affermativa, chiedeva a tale banca di congelare il conto e versare la cifra disponibile a loro.
    Sull’atto di pignoramento non è però specificato il numero di conto corrente, e io nella banca xy non ho conti personali, ma ho il conto di una società sas, di cui sono socio accomandatario. Sono andato a reclamare da equitalia, e mi hanno fatto compilare un foglio per chiedere accertamenti, e per ora il conto funziona. Cosa devo pensare? Che la banca ha già provveduto a rispondere che non ci sono conti correnti intestati a me? Oppure in realtà tra qualche giorno mi troverò il conto della società bloccato?? Cosa devo fare?? Grazie!

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Jonny, in merito a domande così specifiche e individuali, non avendo idea di cosa dicano gli atti e di come siano andati i fatti, il mio parere potrà solo assumere una forma di genericità e non è detto che sia quello che serva a te. Ecco il motivo per il quale preferisco esimermi da risposte che non siano certe, non vorrei fornire informazioni errare e/o peggio fuorvianti. Trattandosi di situazioni delicate e non di mere informazioni generiche, reputo sempre necessario suggerire l’intervento in loco di un professionista che possa seguire di persona argomenti che vi toccano così da vicino.

      Comunque, leggendo la tua esposizione dei fatti, devo dire che non ho capito bene il rapporto tra banca ed Equitalia, stante che un congelamento del conto corrente, e ancor più una disposizione di trasferimento fondi da un debitore ad un creditore, non può certo essere il frutto di una corrispondenza tra le parti, ma la decisione di un giudice.

      Nella posizione di socio accomandatario, che di per sé ha una responsabilità illimitata e solidale, ma prima che privatamente risponde col patrimonio societario, c’è un iter nell’azione di recupero (preventiva escussione del patrimonio sociale) da intraprendere che, per quanto ti riguarda, non so se è stata avviata né l’esito della stessa. Pertanto, mi risulta veramente difficile rassicurarti sul prosieguo della tua vicenda che, invece, credo sia opportuno tu chieda ad un tuo legale.
      Ti auguro una buona giornata.

  26. Avatar luigi
    luigi

    e stata veramente molto gentile a rispondermi ma uttroppo in patrocinio gratuito con reddito di pensione in invalidita non puo essere accettato perche supera i limiti di legge inoltre soltanto per fare opposizione al ppt occorre marche da bollo di contributo unificato al costo di 723 € escluse le competenze, non me lo posso permettere inoltre la banca mi storna tutto anche la domiciliazione delle utenze. non mi sembra giusto di essere perseguitato!!!!!!! comunque la ringrazio della sua disponibilita e anche se non e potuta essermi di aiuto mi ha dato una parola di conforto, questo mio piccolo commento mette in risalto che ci sono realta nascoste nella nostra societa da cittadino italiano che nessuno ha il coraggio di denunciare altro che governi delle larghe intese!!!!!!!!

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Luigi, scusa la mia insistenza ma, per completezza e per non lasciare nulla di intentato, vorrei solo ricordare, prima che a te a me stessa, che il limite di reddito imponibile dell’interessato per poter fruire del gratuito patrocinio non deve superare € 10.628,16 (ai quali si sommano eventuali altri redditi di familiari conviventi) e, seppure vero che nella determinazione dei limiti di reddito si tiene conto anche dei redditi che sono esenti da Irpef, come per la tua pensione di invalidità, fossi in te farei bene i conti. Io non conosco l’importo della tua pensione ma, rifacendomi a quella tipica, l’assegno mensile non dovrebbe superare i 280 euro e, anche percependo l’indennità di accompagnamento, questo dovrebbe essere di € 500 circa. Ovviamente io sto ipotizzando, ma la tua situazione la potrai sempre discutere con chi dovrebbe seguirti.

      In merito al contributo unificato di cui parlavi, così come delle imposte di registro, ipotecarie, ecc.. che io sappia l’ammissione al beneficio produce come principali effetti anche la cosiddetta prenotazione a debito che è l’annotazione a futura memoria di una voce di spesa, per la quale non vi è pagamento, ai fini dell’eventuale successivo recupero. Io ti suggerisco, ancora una volta, di parlare con un legale serio e disponibile.

      Se vuoi, mi farebbe piacere sapere come andrà a finire questa storia, spero bene comunque. Ti auguro un buon proseguimento di serata.

      1. Avatar luigi
        luigi

        buon giorno sono luigi in merito alla sua risposta le comuunico semplicemte che sono caduto in un mare di………non ho trovato nessun avvocato che mi assiste e inoltre la banca al ppt di € 7300 circa a pignorato somme per 11500 costrindendo a non avere dispobilita della mia persione per un periodo di circa 1 anno. a questo si accompagna la segnalazione in crif per l’unica carta di credito. credo che andro sui giornali per qualche atto irresponsabile se il giudice non mi solleva parzialmente da questo incubo

  27. Avatar luigi
    luigi

    buonasera, sono un uomo disperato e invalido, mi e stato effettuato un ppt presso la mia banca dove ho l’accredito della pensione di invalidita a seguito di una locazione non pagata di 1 anno 2012. non posso sostenere le spese dell’avvocato e pranzo e ceno con 8 fette biscottate e 2 bicchieri di latte dal 11-9-2013. non ho fatto cambio di c/c non ho chiesto dignitosamente nulla a nessuno e nessuno e ha conoscenza di questa situazione.sono solo con 1 figlio di 14 anni e vorrei soltanto sapere all’udienza del 11-10-2013 se posso proporre al giudice una minima forma di risoluzione rateale visto che attualmente dormo in macchina senza una casa e un reddito. grazie!!!!!

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Luigi, dirti che leggere la tua vicenda mi ha turbato molto è dire poco, mi spiace veramente tanto che la condizione dell’essere umano ormai valga quasi niente, che non si dia più peso né ascolto ai bisogni che oggi sembrano rappresentati da quelli degli altri, dai tuoi, ma non è escluso che domani possano essere di tutti noi … cittadini comuni abbandonati da tempo al nostro misero destino.

      Intanto, un suggerimento urgente è quello di rivolgerti e farti seguire da uno studio legale che pratichi il gratuito patrocinio; stante la tua situazione economica non credo ti possa essere negato, ma non tutti gli avvocati lo fanno, l’importante è saperlo prima.

      La tua volontà di saldare il debito è chiara e, pertanto, sempre mediante l’assistenza di un professionista, sarebbe opportuno che, per sbloccare il conto corrente, tu faccia presentare una domanda di conversione del pignoramento al Giudice, prima che questo assegni interamente le somme pignorate al creditore; è una forma di rateizzazione delle somme dovute accantonandole in apposito fondo o altro che stabilirà il Giudice. Sono certa che il tuo avvocato ti saprà dire nel dettaglio di cosa si tratta.

      Avresti potuto e potresti fare ancora una transazione con il creditore che, sempre assistito legalmente, dovrai presentare al Giudice perchè sospenda la procedura prendendo atto di un accordo bonario stipulato tra le parti in giudizio.

      Ti chiedo solo, se puoi, di farti assistere e di non rimanere solo in simile circostanze. Per quanto di mia competenza rimango a disposizione per quant’altro. Un caro saluto.

  28. Avatar paola

    mi è stato fatto il blocco sul conto corrente, perchè gli anni azzurri, ove era ricoverato mio zio (acquisito) mi hanno fatto un decreto ingiuntivo per una retta non pagata. Premesso che vi era la nomina di un amministratore di sostegno, quando mi arrivò la raccomandata, mi limitati a rispondere che non ero io a dover pagare ma l’amministratore di sostegno. Scoprii che l’ADS non andò neppure in banca ad intestarsi il conto (sul quale erano depositate le somme per il pagamento delle rette, funerali ecc.. e del quale io ero cointestatria con mio zio) così gli anni azzurri fregandosene di richiedere la cifra all’ads, avendo io sottoscritto il contratto al momento di ricovero dello zio, si sono rivalsi su di me. Fatta questa premessa a luglio mi è arrivato il decreto immediatamente eseguibile. ho dovuto assumere un avvocato, che evidentemente ha tralasciato qualcosa, perchè nel frattempo si è fatto vivo il figlio che pretende di avere in eredità ciò che sul conto corrente è rimasto e del quale io sono cointestataria. Premesso che non mi interessa il mio 50%, ho però chiesto all’erede di pagare la retta non pagata dall’Ads e per la quale io non ho colpe.. I legali degli anni azzurri aveva concordato con il mio legale che il termine ultimo sarebbe stato il 10 ottobre, invece senza notificarmi nulla è stato fatto il blocco sul mio conto corrente personale, proprio ciò che volevo evitare, per fortuna l’importo è appena sufficiente a coprire l’insolvenza, ma ora per pagarla non mi rimangono soldi visto il blocco. Sempre premesso che non ho ancora ricevuto risposta da parte del figlio, quanti giorni di tempo ancora ho per evitare il peggio ed eventualmente predisporre il pagamento al fine di sbloccae il conto i cui soldi mi servono per vivere? se il figlio non mi risponderà dovrò farmi prestare la cifra e in quel caso proseguirò con la richiesta, a questo punto, di ottenere il 50% del conto cointestato con mio zio. Ma questo sarà il successivo passo eventuale a cui non vorrei arrivare. mi interessa ora solo chiudere questa storia e al più presto sbloccare il conto, senza dover aspettare udienze varie. indi se la banca ha fatto il blocco il 23 settembre, entro quando devo pagare gli anni azzurri? Storia un po’ confusa, o meglio storia assurda che spero di aver bene esplicitato. Grazie…….

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Paola, perdonami se non riesco a darti una risposta, ma la vicenda che hai esposto, seppure ricca di dettagli, non mi permette lo stesso di poterti dare il chiarimento che richiedi. E’ piuttosto articolata e credo sia necessario pure poter verificare documentalmente tutto l’iter. Riferisci di un Amministratore di Sostegno che sembra sia intervenuto dopo l’accordo sottoscritto da te con la Casa di riposo e che pare non abbia portato bene a termine il suo compito; di figli che compaiono dopo ma che si sono disinteressati per tutto il tempo; di legali che già ti assistono – e con i quali è bene che tu ti confronti per ogni tuo dubbio in merito -, e tanto altro ancora.

      Nei termini che leggo e in questa fase non saprei proprio come intervenire per darti un chiarimento. Mi spiace veramente tanto, rimango a disposizione per quant’altro e, con l’occasione, ti auguro una buona serata.

  29. Avatar valentina
    valentina

    Buonasera, io devo essere risarcita di circa 15mila € (spese documentate) per danni arrecati al mio cane perchè aggredito da un altro cane. accertato anche dai carabinieri intervenuti che hanno constatato che vi è un reato penale da parte del proprietario dell’altro cane, ho denunciato presso i carabinieri l’accaduto e tramite avvocato ho anche spedito una raccomandata per un accomodamento del pagamento ai 3 responsabili: il proprietario del cane, la persona che in quel preciso momento custodiva il cane che ha aggredito e il proprietario del terreno ove è accaduto il fatto.
    Dato che in piu di 2 mesi nessuno dei 3 ha risposto al mio avvocato, posso procedere al pignoramento dei conti correnti dei 3 responsabili?
    grazie in anticipo

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Valentina, mi spiace molto per l’esperienza vissuta dal tuo cane e, indirettamente, anche da te, non dev’essere stata affatto semplice.

      Credo tu abbia proceduto secondo legge e, considerato che giustamente ti stai facendo assistere da un avvocato, col quale concorderai e troverai senz’altro la giusta soluzione, non ritengo corretto da parte mia intervenire su un argomento già oggetto di studio di un professionista che, certamente, avrà maggiore contezza della situazione, anche documentale.

      Posso solo suggerirti, visto il tempo trascorso senza ricevere alcuna risposta alla vostra lettera, di sollecitare l’esito della pratica.
      Ti auguro una buona giornata.

  30. Avatar andrea
    andrea

    Buongiorno,ahime’ mi ritrovo nella condizione di dover richiedere un vostro consiglio,considerando l’argomento a dir poco spiacevole.
    Sono debitore di un istituto di credito e ho da poco ricevuto una lettera di una societa’ di recupero credito la quale,dopo aver indicato chiaramente un debito quantomeno raddoppiato,mi intima di saldare il tutto pena pignoramento eventuale del conto corrente.Le mie domande sono: Possono pignorarlo dall’oggi al domani o cmq serve prima un ingiunzione del tribunale e quindi una comunicazione nei miei riguardi? E’ cosi’ semplice per loro scoprire dove sia il mio conto e il conseguente iban? Quali consigli mi date,fermo restando la mia volonta’ di trovare un punto d’incontro per rientrare del debito anche se non in unica soluzione,attendo vostre,grazie mille

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Andrea, intanto mi scuso per il ritardo nella risposta; condivido e comprendo il tuo ahimè, anche a me avrebbe fatto piacere un tuo intervento su qualche argomento più … leggero, cosa che non può certo dirsi del tema che stiamo trattando.

      Leggo di un debito nei confronti di un istituto di credito, dunque un cosiddetto privato e, in quanto tale, rispetto alle “regole” che si è dato lo Stato e il suo agente di riscossione – che ha posto dei limiti di pignorabilità anche per la prima casa – il privato (la banca nel tuo caso) ha dei margini per l’esecuzione forzata più ampi tanto da potersi avvalere anche del pignoramento immobiliare.

      Non so se a fronte del debito di cui parli hai dato a suo tempo delle garanzie (trattandosi di un istituto di credito è plausibile) e in che termini era stato stipulato l’eventuale contratto e il suo inadempimento. Posso esprimere un parere generico ricordando che, se si tratta di persona alla quale si può pignorare i redditi di lavoro, lo Stato può farlo nelle percentuali che ho già avuto modo di scrivere in precedenza in altre mie risposte, se il creditore è un privato il pignoramento può essere eseguito nei limiti massimi di un quinto.

      E’ pacifico che un’azione forzata, come il pignoramento “presso terzi”, deve essere preceduta sempre da una pronuncia di un giudice competente, seguendo l’iter procedurale: titolo esecutivo, udienza, dichiarazione del terzo, ecc.. Di solito la banca è il terzo pignorato, ma nel tuo caso il debito è direttamente con la banca (se non ho capito male) e credo che tutto dipenda dai termini contrattuali stipulati tra di voi.

      Considerato che la tua volontà è quella di concordare un piano di rientro, che è sempre consigliabile intraprendere prima che si arrivi al pignoramento, ti suggerisco di farti intanto aiutare da un avvocato per verificare che le somme che ti sono state richieste siano lecite e gravate solo delle maggiorazioni legali e dovute; con l’assistenza sempre di un professionista potrai discutere il piano di rateizzazione e mediante transazione risolvere il contenzioso prima che assuma toni e livelli diversi. Giunti al sequestro del conto, potrai solo chiedere la conversione del pignoramento, una procedura piuttosto lunga e farraginosa, che va chiesta prima che il giudice disponga l’assegnazione delle somme dovute.

      Spero di non averti confuso le idee. Ti auguro una buona giornata.

  31. Avatar Cristiano
    Cristiano

    Buongiorno,
    Leggendo l’ottimo articolo ho pensato alla mia situazione:

    Sono fideiussore in un contratto di leasing per macchinari agricoli, per problemi sono stati fermati i pagamenti e la società creditrice, non potendo “attaccare” il reale debitore, si sta rivalendo su di me.

    All’inizio mi veniva pignorato solo il quinto dello stipendio, ma ora ho il conto “bloccato” senza aver ricevuto notifica alcuna (procedura di cui si stanno occupando gli avvocati in quanto ci sono delle stranezze);

    Stando a questo le chiedo:

    Se aprissi un nuovo conto cointestato con mia sorella o fratello e versare lì la parte dello stipendio non pignorata; la società creditrice potrebbe rivalersi anche su quel conto o potrei star “tranquillo” fino alla chiusura di questa situazione che per tempistiche di legge si sta protraendo da oltre 2 anni.

    La ringrazio

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Cristiano, non posso entrare nel merito della tua vicenda poiché non conosco gli estremi, ma mi rassicura che tu sia già seguito da un legale.

      In merito alla tua domanda, fermo restando che il mio suggerimento è quello di consultarti sempre con il tuo avvocato che starà senz’altro seguendo una sua linea di difesa, ritengo personalmente non sia il caso che tu apra un nuovo conto corrente in quanto, supponendo che la tua posizione di fideiussore non sia limitata ad un bene specifico, risponderesti con il tuo intero patrimonio (fino alla concorrenza del debito ovviamente) e non risolveresti il problema.

      Invece, come giustamente state facendo, dovreste verificare i motivi che al momento hanno consentito che il tuo conto corrente fosse totalmente bloccato, di solito questo si verifica su disposizione di un giudice e nel corso di un’udienza. Sarebbe meglio chiedere spiegazioni al tuo legale.
      Rimango a disposizione per quant’altro e, con l’occasione, ti auguro una buona domenica.

  32. Avatar teresa
    teresa

    salve porrei esporle il io problema.sono in affitto da gennaio 2011 pagando 500,00 al mese,avendo uno stipendio di 600 euro,da qualche mese è stato nominato un ‘amministratore di condominio, la somma mensile di 25 euro,non ho ancora iniziato a pagare perchè impossibilitata .mi arrivano i solleciti dall’aministratore ,in pratica dovrei versare la somma di 150,00.avendo un’entrata minima un affitto eccessivo se non pago a cosa vado incontro?..grazie

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Teresa, immagino che se l’amministratore si permette di inviare i solleciti a te, l’accordo tra te e il proprietario dell’immobile sia che la corresponsione delle quote condominiali di tua pertinenza debba essere rimessa direttamente a mani dell’amministratore.

      Di solito, tra locatore e inquilino ci si accorda sia sull’ammontare delle spese condominiali sia sulle modalità di pagamento delle stesse: al locatore (che provvede a versarli lui stesso all’amministratore) o all’amministratore direttamente. Entrambi sono tenuti a fornire, se richiesta, ogni spiegazione si rendesse utile per comprendere a che titolo va versata o meno una determinata somma, anzi, per prendere tempo, laddove tu non l’avessi ancora fatto, chiedi spiegazioni scritte e analitiche sulle singole voci di spesa pretese (con la menzione dei criteri di ripartizione). Puoi anche chiedere che ti venga messa a disposizione la documentazione giustificativa delle spese sostenute. Questo sistema eviterebbe, anzi posticiperebbe, nelle more del soddisfacimento di tale domanda, eventuali termini di tua osservanza che potrebbero sollevarti per il mancato pagamento.

      Il versamento delle quote di condominio, indipendentemente dall’accordo sopradetto, è un onere che grava sempre e solo sul proprietario dell’immobile che ha la diretta responsabilità nei confronti del Condominio. Ciò non toglie però che tra l’inquilino e il proprietario, in presenza di un accordo tra le parti previsto nel contratto di locazione in merito alla corresponsione degli oneri condominiali, se questi ultimi non vengono pagati regolarmente si può anche incorrere nella risoluzione del contratto di locazione per inadempimento.

      In realtà tra affittuario e rappresentante del Condominio (l’amministratore) non esiste alcun rapporto che legittimi la proposizione di azioni dirette dell’uno nei confronti dell’altro. L’azione va avanzata nei confronti del proprietario che, successivamente, si potrà rivalere sull’inquilino moroso anche mediante decreto ingiuntivo.

      E’ pacifico che se le somme sono dovute vanno pagate. Ti suggerisco di parlare con il proprietario dell’appartamento chiedendogli di anticipare lui le quote condominiali che ti riguardano stabilendo un congruo piano di rientro (magari con delle rate più piccole) così da poterle versare con una certa tranquillità. Non è detto che non accetti una simile richiesta.
      Spero di rileggerti, magari per qualche notizia positiva in merito. Ti auguro una buona serata.

  33. Avatar Antonio
    Antonio

    Buonasera, visto l’ argomento trattato, volevo chiederle se le nuove procedure e limitazioni stabilite per Equitalia , pignoramento del 1/10 sia su stipendi che su Tfr , sono stati estesi anche a tutti i possibili creditori ? Cioè mi spiego… se ho un debito verso più Fornitori , banche , Equitalia, e ho uno stipendio di 1500 euro netti … potranno pignorare sempre e solo 1/10 dello stipendio? , mentre il Tfr che ha ancora la ditta per cui lavoro possono pignorarlo? e sempre di 1/10? mentre possono pignorare tutto quello che trovano sul conto corrente ? grazie mille per una sua importante risposta

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Ciao Antonio, la materia pignoramenti è piuttosto articolata e complessa: dipende da chi è il creditore, dal tipo di credito, se o meno vi sono titoli esecutivi, ecc. ecc..

      La tua domanda (multipla) la potresti soddisfare leggendo attentamente il post in questione (così come i documenti in esso linkati), e anche quello successivo dal titolo “Salvi i conti correnti dai pignoramenti Equitalia”.

      Ti riassumo, in modo sommario, che se i creditori sono diversi, bisogna stabilire il tipo di credito. Ci sono quelli alimentari, quelli che riguardano i tributi, ecc.. Se i crediti sono della stessa natura e sono più di uno, si rispetta la pignorabilità del quinto dello stipendio; se i crediti sono di diversa natura (uno per mancato pagamento di tributi e l’altro per alimenti al figlio o al coniuge), questi si sommano ma non possono comunque superare il pignoramento della metà dello stipendio netto.

      E’ ovvio che quando i debitori sono diversi e il credito è della stessa natura, chi agisce per primo ha la priorità sul recupero del credito, gli altri aspetteranno il loro turno.

      Per quanto attiene al TFR, questo fintanto che non verrà erogato non potrà essere pignorato, ma nel momento in cui al datore di lavoro dovesse pervenire un pignoramento presso terzi e nel frattempo il lavoratore dovesse perdere il lavoro o andare in pensione, il credito si soddisfa con le somme che sarebbero dovute a titolo di TFR, ma sempre nella misura del quinto.
      Ti auguro una buona giornata.

  34. Avatar RAUL CIMARRA
    RAUL CIMARRA

    E se un debitore nel cosiddetto “gioco di ruba bandiera”, potendo cambiare ogni mese on line il c/c a cui destinare l’accredito dello stipendio, ovviamente dopo averne aperti diversi prima della probabile esecutività provvisoria dei decreti ingiuntivi, utilizza questa possibilità, può considerarsi una forma di difesa efficace? Naturalmente nell’attesa dell’emendamento o del DL che ripristini un assetto costituzionale in materia, come annunciato da più parti politiche.

    1. Avatar Pina Teresa Lontri

      Buongiorno Raul, le tue parole evidenziano, senza ombra di dubbio, che noi cittadini abbiamo ancora il desiderio e la forza di pensare e tentare ogni azione possibile per affrontare e difenderci da un problema che ci attanaglia.

      La soluzione che ipotizzi mi sembra piuttosto rocambolesca e, a dire il vero, ritengo possa trattarsi di una sorta di provocazione, stante che non mi pare sia così … lineare riuscire a cambiare ogni mese, seppure on line, il conto corrente cui destinare l’accredito dello stipendio, né aprirne diversi con l’intento di switchare con tanta facilità.

      Comunque, vorrei rassicurarti: nel successivo mio post del 27 aprile 2013, quello dal titolo “Salvi i conti correnti dai pignoramenti Equitalia” (che spero tu abbia letto! :)), ho riportato la notizia di un laconico trafiletto con cui “Equitalia ha stabilito di non procedere al pignoramento sui conti correnti di banche e poste dove affluiscono i redditi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati di importo inferiore a 5 mila euro. Si tratta di un’iniziativa interna di Equitalia per tutelare le fasce più deboli dei cittadini in attesa che vengano adottati interventi normativi che stabiliscano nuove regole”.

      E, sempre Equitalia, “nelle more degli approfondimenti che si rendono necessari all’esito delle problematiche emerse in merito ai pignoramenti di conti correnti sui quali affluiscono stipendi/pensioni … “, ha deciso di sospendere con effetto immediato (dal 23 aprile 2013) ogni iniziativa coercitiva in danno di quegli stessi cittadini finora vessati, seppure “per legge”, con ogni forma e in ogni modo, stabilendo pure che: “… per i contribuenti lavoratori dipendenti e/o pensionati non si proceda, in prima battuta, a pignoramenti presso istituti di credito/poste. Tali azioni saranno attivabili solo dopo che sia stato effettuato il pignoramento presso il datore di lavoro e/o ente pensionistico e che, in ragione delle trattenute accreditate, il reddito da stipendio/pensione risulti pari o superiore a cinquemila euro mensili.”.

      Aggiungo, però, che i nuovi limiti di pignoramento presso terzi, che ho già indicato nel mio post, non sono retroattivi.

      Rimango insieme a te fiduciosa in soluzioni (da qualunque parte provengano) che tornino a farci recuperare la nostra dignità di esseri umani.

      Colgo l’occasione per augurarti una buona giornata e ringraziarti per il tuo intervento.