Rateizzare le cartelle esattoriali costa ma tranquillizza

Quando le cartelle esattoriali non sono “pazze”, ma motivate, obtorto collo vanno pagate.

Certo, è più facile dirlo che farlo e, soprattutto, è più facile trovarsi in condizioni di disagio economico che di benessere finanziario, anche perché, se i soldi per pagare bollette, tasse, tributi, ecc., li avessimo avuti, certo non ci saremmo sottratti al loro pagamento e, maggiormente, non ci saremmo ridotti a doverli corrispondere gravati da interessi di mora, ecc.

Ritengo perciò utile spiegare l’importanza della rateizzazione dei pagamenti imposti se ed in quanto dovuti.

Andiamo per gradi. Cosa potrebbe accadere se in prossimità di una debita scadenza, per indisponibilità economica, non riusciamo a pagare un tributo: l’ente creditore, accertato l’omesso pagamento, può inviare una comunicazione a seguito di un “controllo automatizzato”, intesa a far ravvedere entro un certo termine il debitore, al quale, anche in questa fase, viene concessa l’opzione per il pagamento rateale; se questa nuova possibilità dovesse non essere raccolta dal contribuente, l’ente creditore si avvale per la riscossione del suo credito di una società di recupero crediti. In Italia la più tristemente nota è l’Equitalia, in Sicilia è la Riscossione Sicilia S.p.A. (fino al 31 agosto 2012 denominata “Serit Sicilia S.p.A.), entrambe, però, deputate a questa azione coatta che il moroso mal digerisce.

È chiaro che le società di recupero crediti – eccetto l’indelicatezza di qualcuna, avvezza ad adottare sistemi di imposizione a dir poco vessatori, con telefonate minatorie, frequenti, incessanti, lettere minacciose e così via – quando sono corrette sono solite dare tutte le informazioni che il caso richiede, oltre a disporre delle forme di rateazione che, seppure gravate da interessi, sanzioni, notifiche e vari altri arrotondamenti, ci mette nelle condizioni di prendere respiro e non ricorrere a sistemi drastici, non ultimo quello di rivolgersi a strozzini o ad azioni riprovevoli.

Infatti, su richiesta del contribuente e nelle ipotesi di temporanea situazione di obiettiva difficoltà economica dello stesso, l’agente di riscossione può concedere la dilazione del pagamento delle somme iscritte a ruolo, fino ad un massimo di 72 rate mensili.

Ciò che va ricordato, ricevuta sia la prima comunicazione (per chi intendesse procedere a rateizzare nella prima fase di pretesa) che la cartella di pagamento (quella esattoriale, dopo la quale, se non soddisfatta entro i termini indicati, si potrà incorrere nel recupero forzoso del dovuto), è quanto segue:

  • controllare sempre i termini entro i quali effettuare il pagamento o, diversamente, si intenda procedere alla richiesta di rateizzazione del debito, con particolare attenzione alla voce “istruzioni di pagamento” o “modalità e termini di versamento”;
  • verificare l’ammontare del dovuto in quanto dalla cifra si potranno stabilire modalità e termine di pagamento, anche in dilazione, da accordare; infatti la Riscossione Sicilia ha predisposto una sezione modulistica distinta per tipologia di istanza;
  • compilato il modulo di riferimento (Istanze Maggiori Rateazioni, Istanze Dilazioni “in proroga” o Richiesta Compensazione ex art. 31 D.L. 78/2010), mentre prima ci si doveva recare personalmente o con delega presso lo sportello di competenza, ora è stato istituito anche un numero di fax (che varia in base alle sedi), esclusivamente per presentare istanze di rateazione;
  • se la richiesta è accolta, l’ufficio accorda la ripartizione del pagamento delle somme iscritte a ruolo nelle rate che si sono stabilite, e invierà (tramite raccomandata) al contribuente un plico contenente il prospetto del piano di ammortamento e i primi bollettini di pagamento, i cosiddetti RAV (Ruoli Mediante Avviso), utilizzati appunto dai concessionari che trattano la riscossione di somme iscritte a ruolo, che possono essere versati in banca o presso gli uffici postali;
  • a questo punto, le rate concesse andranno pagate puntualmente entro i termini di scadenza indicati per l’intero periodo di ammortamento; se però dovessero nel frattempo sorgere delle difficoltà o, nel peggiore dei casi, sollevati altri contenziosi, è necessario recarsi presso gli sportelli di riscossione e procedere: o ad un’ulteriore rateizzazione del precedente debito, o alla richiesta di un nuovo piano di rateazione del debito accertato successivamente. Maggiori dettagli sono reperibili QUI.

È ovvio che queste facilitazioni il contribuente le paga profumatamente e gravate di interessi di mora, di dilazione, di compensi di riscossione, di spese esecutive e diritti di notifica, ma, pur di non cadere in trappole finanziarie di ben altro livello, la soluzione lecita di tale rateizzazione mi pare la meno preoccupante.

Concludo riportandomi alle parole di una sorta di stacchetto musicale, provato a cantare da un’anziana signora che – con tutto il rispetto per le persone di una certa età – usando un’inconsueta forma di … inno al benessere mentale,  esordisce con la sua ricetta del cosiddetto buon vivere, ovverosia fregarsene dei problemi.

Orbene, io non me la sento di aderire ad una simile esortazione: fare lo struzzo non serve a nessuno, i problemi vanno affrontati e, avendone anche la disponibilità, vanno discussi e sviscerati, solo in quel caso il confronto potrebbe essere alla pari. Chissà come sarebbe andata a quegli sfortunati – forse perché soli o abbandonati – che si sono tolti la vita per debiti, se avessero trovato conforto nelle parole di qualcuno, di un’associazione, di un’istituzione. Sarebbero ancora tra noi?

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