Bonus Acqua 2017 E Tariffa Sociale Per Fasce Disagiate

Tra i primi importanti e necessari elementi che accompagnano le nostre giornate c’è (o dovrebbe esserci) l’acqua, una risorsa naturale.

La sua presenza sembra scontata, ma non lo è altrettanto la sua erogazione.

Quanti, per morosità o altro, si sono visti negare questo diritto? Quanti sanno dell’esistenza di un bonus acqua per le famiglie disagiate?

Per approfondire questo argomento, ho visitato la pagina Web del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e ho letto della dichiarazione resa dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti in materia di contenimento della morosità e di tariffa sociale del servizio idrico integrato.

Difatti, lo scorso 18 novembre 2016, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale Generale n. 270 il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 ottobre 2016 sulla tariffa sociale.

In tale decreto è anticipata, tra le altre cose, l«applicazione di una tariffa agevolata», prevedendo anche

«un bonus acqua per tutti gli utenti domestici residenti, ovvero nuclei familiari, di cui sono accertate le condizioni di disagio economico sociale […] in base all’indicatore ISEE».

Il provvedimento prevede l’erogazione di 50 litri di acqua al giorno per ciascun componente il nucleo familiare.

Ora, come spesso accade, la legge, oltre a non essere uguale per tutti – diversamente da ciò che si dice e si legge anche nelle sedi giudiziarie – è il più delle volte affidata a successivi decreti di attuazione.

Ove non bastasse, alcune agevolazioni (come questa del bonus acqua), non dipendono dall’ AEEGSI (Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico), ma è regolata dal gestore idrico locale e, pertanto, dall’Autorità idrica regionale.

Questo dettaglio, non di poco conto, cambia i presupposti per il suo ottenimento in base alla regione di appartenenza.

Cambiano, quindi, i requisiti di reddito, i moduli di domanda, i termini di presentazione e altro.

A questo punto, per non perdere un diritto potenzialmente acquisito per legge, ma gestito localmente, il suggerimento è quello di assumere informazioni presso il gestore idrico (ATO) o presso le autorità idriche competenti territorialmente e, ad abundantiam, rivolgersi anche al Comune di residenza.

Si conferma, ancora una volta, il braccio di ferro tra la volontà di agire per la tutela delle fasce più deboli e meno abbienti e la concreta farraginosità per ottenere un diritto.