Consegna farmaci a domicilio, servizio gratuito se…

Il titolo, così com’è, potrebbe sembrare ingannevole, ma per motivi di estensione non ho potuto specificare che, per ottenere tale servizio, bisogna avere determinati requisiti. Conosciamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Il servizio della consegna farmaci a domicilio, patrocinato dal Ministero della Salute, è stato istituito – a decorrere dal 20 luglio 2015 – da Federfarma, la Federazione nazionale che rappresenta le oltre 16.000 farmacie private convenzionate con il Servizio sanitario nazionale.

Così come ampiamente riportato nella locandina predisposta da Federfarma, telefonando al numero verde 800.189.521 (attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 18.00), la consegna dei farmaci a domicilio sarà gratuita “se non sei in grado di recarti in farmacia, per disabilità o gravi malattie […]”.

La sintesi del servizio, così come scrive la stessa Federfarma, si presenta così come segue:

“Il servizio consiste nella consegna gratuita dei farmaci a domicilio per casi non urgenti riservato esclusivamente alle persone che sono impossibilitate a recarsi in farmacia, per disabilità o gravi malattie, e non possono delegare altri soggetti.

Per accedere al servizio chiama il numero verde 800.189.521, attivo nei giorni feriali dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 18:00. Risponderà un operatore al quale dovrai indicare le tue generalità e l’indirizzo al quale recapitare il farmaco.

Successivamente l’operatore verificherà quali farmacie vicine al tuo domicilio sono disponibili ad effettuare il servizio.

Qualora ci siano farmacie disponibili, l’operatore ti metterà in contatto telefonico con la farmacia più vicina al tuo domicilio, alla quale potrai richiedere la consegna a domicilio dei farmaci.

Sarà la farmacia a concordare con te le modalità e i tempi di consegna del farmaco richiesto.

Il servizio è offerto dalle farmacie associate a Federfarma che hanno aderito all’iniziativa, alla quale non partecipano le farmacie comunali. Al momento il servizio non è attivo nelle Province di Cuneo e Genova.”

A dire il vero, di questa iniziativa, seppure si citano spot pubblicitari e sul Web si trovano dei video esplicativi e/o con delle interviste, non mi pare vi sia stata una campagna pubblicitaria a tappeto, tanto che, come si apprende direttamente dal sito del Ministero della Salute, “il servizio è pubblicizzato dal 20 al 26 luglio sulle reti RAI, tramite uno spot televisivo promosso dal Segretariato sociale della RAI”.

Comunque, se vogliamo entrare nello specifico dell’idea sopra esposta, alcuni dubbi sorgono spontanei.

logo-federfarmaSe le persone interessate non possono delegare altri soggetti al ritiro del farmaco in farmacia, devo immaginare che sono talmente sole – e, aggiungo, abbandonate a loro stesse da aver bisogno anche di ogni altra basilare forma di sostegno alla persona e alla casa (non ultima la prescrizione del medico curante) e, ipotizzando questo, mi chiedo quale sia il motivo per il quale simili condizioni non siano portate a conoscenza degli uffici dei servizi sociali del proprio Comune di residenza che, con servizi di assistenza domiciliare al fine, dovrebbero farvi fronte.

Altro aspetto a me poco chiaro: considerato che il ruolo dell’operatore del numero verde, assunte le informazioni del caso (nel rispetto del “Codice in materia di protezione dei dati personali”), è quello di mettere lui stesso in contatto telefonico l’utente con la farmacia (che vi abbia aderito) più vicina al domicilio di quest’ultimo, a mio avviso sarebbe stato più facile che la persona richiedente il servizio si rivolgesse direttamente alla farmacia di fiducia per avere presso la propria abitazione i farmaci necessari, stante che gli accordi per le modalità e i tempi di consegna del farmaco richiesto sarebbero comunque da prendere con la farmacia. Altra complicazione per quest’ultima è il dover consegnare i medicinali, nel rispetto della normativa sulla privacy, “[…] contenuti in un involucro che non consenta di identificare il farmaco dispensato”. Se non è formale ipocrisia questa!

Pur volendo immaginare che il servizio di consegna a domicilio venga affidato ad un fattorino esterno alla farmacia, quando quest’ultimo dovrà ritirare l’eventuale prescrizione dal paziente, si conterà forse sul fatto che la ricetta medica sia in busta chiusa sigillata?

In merito, visto che patrocina l’idea, si è espresso anche il Ministero della Salute con delle dichiarazioni riportate in un articolo dal titolo ”Medicinali a domicilio, dalla farmacia un nuovo servizio per le persone più fragili”, dichiarazioni che preferisco lasciare alla personale analisi del lettore. Io un’idea me la sono fatta ma, per agevolare quella di chi legge, trascrivo questa parte:

“Apprezzamento per il nuovo servizio è stato espresso dal Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha sottolineato il valore sociale dell’iniziativa attivata dalle farmacie italiane. «La consegna a domicilio di farmaci, attivata dalle farmacie in favore di persone particolarmente fragili, rientra in un quadro di grande attenzione alle esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta il livello di cronicità. D’altronde la Farmacia dei Servizi è uno dei capisaldi del Patto per la Salute. Le farmacie costituiscono un patrimonio prezioso del servizio sanitario perché garantiscono con professionalità e capillarità l’accesso al farmaco in tutto il Paese, fin nelle zone meno popolate. E questa iniziativa ne è una dimostrazione».

In un’era in cui ci si affida quasi totalmente all’informatica, mi sorprende che quella “geo localizzazione” assegnata all’operatore del numero verde per la consegna gratuita dei farmaci a domicilio, intesa ad individuare la farmacia aderente a tale iniziativa, non sia estesa anche a qualsiasi altra persona che, anche solo per curiosità, intenda sapere e magari suggerire ad un conoscente nello stato di bisogno di cui sopra se e quale (per non dire quante) farmacie abbiano aderito a quest’idea.

paziente-ingessatoAl momento, sul sito questa opzione non mi pare sia contemplata e, per riconoscere le farmacie che offriranno questo servizio, nelle stesse sarà apposta una specifica locandina che, ovviamente, non potrà essere visibile a chi non vi si può recare personalmente!

Se lo spirito dell’iniziativa, come si legge da più parti, era e vuole essere di alto valore sociale, penso sia più utile che le persone che purtroppo, per varie ragioni, rimangono sole e sono impossibilitate a muoversi, godano di un servizio di assistenza domiciliare ma degno di essere definito tale e finalizzato a risollevare le sorti di chi versa in un vero e reale stato di bisogno.

Quando lo Stato intende “patrocinare” un’iniziativa di alto valore sociale, quell’appoggio organizzativo e finanziario (patrocinio) si auspica venga garantito a chi può e sa dare concreto sostegno. Quando poi vuole dimostrare nei fatti “grande attenzione alle esigenze di salute espresse da una popolazione che invecchia e in cui aumenta il livello di cronicità”, lo faccia anche e prima di ogni cosa per le gravi e grandi difficoltà di ogni cittadino (malato cronico e non) nell’affrontare quotidianamente una sanità che l’attenzione la volge solo ed unicamente allo spreco e sempre meno alla salute pubblica.

Prima delle farmacie, anch’esse importanti ma alla fin fine (mi si passi il termine) solo un dispensario di farmaci, il vero “Patto per la salute”, il tangibile potenziamento dell’assistenza territoriale e la reale “Convenzione” dovrebbe esistere – ed essere mantenuto – tra il cittadino, il Servizio Sanitario Nazionale (le cui attività ed erogazioni sono sempre meno) e le strutture che ne fanno parte (sempre che non le continuino a chiudere).


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