120 buoni motivi per … rivalutare Equitalia!

È stato pubblicato recentemente l’atteso decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), inteso a fornire chiarimenti in ordine alle modalità di accesso alle nuove forme di riscossione e rateazione dei tributi da parte dell’Ente di riscossione Equitalia. Prevede, in base alle individuali condizioni economiche del contribuente, di scegliere tra quattro differenti piani di rateazione dei debiti tributari.

Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Già con il decreto legge 69 del 21 giugno 2013 (Decreto del Fare) era stata prevista la possibilità di dilazionare la rateazione delle somme iscritte a ruolo da 72 (sei anni) ad un massimo di 120 rate mensili (10 anni complessivamente) tanto che, nel citato decreto, all’art. 52 comma 3 è scritto che: “Con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze da adottare entro 30 giorni ((dalla data di entrata in vigore della legge di conversione)) del presente decreto-legge [n.d.r. legge n. 98 del 9 agosto 2013 su Gazzetta Ufficiale n. 194 del 20 agosto 2013 Supplemento Ordinario n. 63] sono stabilite le modalità di attuazione e monitoraggio degli effetti derivanti dall’applicazione del meccanismo di rateazione di cui al comma 1 lettera a)”.

Pertanto, malgrado la norma fosse in vigore dal 20 agosto 2013, non poteva darsi sèguito poiché mancante del decreto attuativo sopra indicato. Decreto attuativo composto da cinque articoli, il primo dei quali sintetizza che:

“1. Ai fini del presente decreto si intende per:

a) “piano di rateazione ordinario”: piano di rateazione della durata massima di 72 rate;

b) “piano di rateazione in proroga ordinario”: piano di rateazione in proroga della durata massima di 72 rate;

c) “piano di rateazione straordinario”: piano di rateazione della durata massima di 120 rate;

d) “piano di rateazione in proroga straordinario”: piano di rateazione in proroga della durata massima di 120 rate”.

Particolare rilievo assume anche l’art. 4 (“Disposizione transitoria”), che consente a chi ha avuto accesso ad un piano ordinario di aumentare il numero di rate, così come segue:

“I piani di rateazione ordinari e i piani di rateazione in proroga ordinari già accordati alla data di entrata in vigore del presente decreteo, possono, su richiesta del debitore e in presenza delle condizioni di cui all’art. 3, essere aumentati fino a 120 rate”.

Altro aspetto importante di tale provvedimento è quello con cui si stabiliscono i nuovi termini di decadenza del beneficio di rateazione acquisito se la pratica va a buon fine e non vi sono motivi ostativi alla sua concessione; mentre prima non appena non si riuscivano a pagare due rate consecutive si perdeva il diritto alla dilazione; ora, di rate non pagate ce ne vogliono almeno otto, anche se non consecutive, così permettendo al contribuente in difficoltà di potersi meglio districare sui tempi di pagamento delle somme debitorie.

L’importo della rata calcolata mensilmente dovrà tenere contro, altresì, del reddito che rimarrà disponibile al nucleo familiare ogni mese, del quale non potrà superare il 20% e, per le imprese, il 10% del valore della produzione. Elementi, questi, che saranno desumibili dalla documentazione che si dovrà allegare per avere accesso alla rateizzazione di cui trattasi.

In merito ai motivi che potrebbero essere di ostacolo per la concessione della proroga fino a 120 rate, vi è la solvibilità del debitore che dovrà essere valutata in relazione al piano di rate concesse. Si considera solvibile un moroso che, disponendo e dimostrando documentalmente di avere redditi sufficienti e/o patrimoni (che non sia la casa principale in cui abita) liberi da ipoteche o altri atti restrittivi, riesca a garantire la corresponsione della rata mensile calcolata.

È innegabile che il momento economico non è dei migliori e sia privati cittadini che imprenditori si trovano a dover fare i conti ogni giorno con un bilancio – che si ripercuote anche su quello familiare – il più delle volte infelice. Questa possibilità di saldare e sanare i conti con lo Stato in più tempo (in caso di comprovata difficoltà economica), dovrebbe rendere ai contribuenti la vita meno difficile e, soprattutto, evitare che si faccia ricorso a sistemi illeciti e per nulla auspicabili di reperimento fondi o peggio, come abbiamo assistito e continuiamo a fare inermi, a scelte risolutive che pesano sulla coscienza di tutti, nessuno escluso.

Così come ho avuto modo di scrivere in altre occasioni: “Rateizzare le cartelle esattoriali costa ma tranquillizza”; avvalersi di questa opportunità dilatoria, intanto, ci rende liberi di poter continuare a ritenerci cittadini/contribuenti onesti senza che il nostro momentaneo debito possa ascriverci tra gli evasori (ma piuttosto tra quelli che le tasse tra mille difficoltà e salati interessi intendono pagarle); di poter vivere senza il peso di usurai alla porta; di non trovarci con conti correnti congelati, stipendi o pensioni pignorati, fermi amministrativi all’auto o ipoteche sul nostro immobile e, per coloro che hanno un’impresa, di poter continuare a lavorare e partecipare ad appalti e concessioni poiché non sono degli inadempienti.

Quanto appena detto è chiaramente specificato sul sito di Equitalia (Come funziona la rateazione) e di Riscossione Sicilia S.p.A. (Dilazione del carico iscritto a ruolo); per opportunità ne trascrivo alcuni passi importanti:

“In base alle norme che regolano l’istituto delle rateazioni:

  • è possibile chiedere un piano di dilazione a rate variabili e crescenti anziché a rate costanti fin dalla prima richiesta di rateazione;
  • l’Agente della riscossione non può iscrivere ipoteca nei confronti di un contribuente che ha chiesto e ottenuto di pagare a rate. L’ipoteca è iscrivibile solo se l’istanza è respinta o se il debitore decade dal beneficio della rateazione;
  • il contribuente che ha ottenuto la rateazione non è più considerato inadempiente e può partecipare alle gare di affidamento delle concessioni e degli appalti di lavori, forniture e servizi;
  • si decade dal beneficio della dilazione se non sono pagate otto rate anche non consecutive  (decreto legge 69/2013, cd. “Decreto del fare”). Precedentemente era prevista la decadenza con il mancato pagamento di due rate consecutive;
  • anche se non sono state pagate le rate degli avvisi bonari dell’Agenzia delle entrate è possibile chiedere a Equitalia la rateazione, una volta ricevuta la cartella.”

 

A proposito di avvisi bonari, che sarebbero quelli con cui l’Agenzia delle Entrate chiede il versamento dell’imposta dovuta e che, se disattesi dal contribuente, passano nelle mani di Equitalia, è importante sapere che in questa prima fase il debito iniziale viene gravato di interessi e sanzioni nella misura del 10%. Di gran lunga superiore è l’importo da riconoscere ad Equitalia che, per la medesima imposta non versata incrementa sanzioni e altro almeno del 30%, oltre all’aggio di riscossione.

Seppur vero che la rateizzazione a questo punto potrebbe essere più lunga nel tempo e dare maggiore respiro al debitore, sarebbe anche più gravosa economicamente; cosa diversa sarebbe se la rateizzazione si chiedesse già per l’avviso bonario: si articolerebbe in meno tempo ma con un aggravio economico inferiore. Infatti, per importi fino a 5000 euro, la rateizzazione può essere concessa con sei rate trimestrali; oltre i 5000 euro di rate se ne potranno ottenere 20 trimestrali.

Mi viene in mente uno spot televisivo che da poco, promuovendo il film di recente uscita “Sole a catinelle” di Checco Zalone, risaltava una battuta che mi ha colpito, anche perché attuale come non mai e senza dubbio pertinente all’argomento sopra trattato. È quella in cui lo stesso Zalone, dopo aver aperto a due distinti signori che si presentano a casa dicendo “Siamo di Equitalia”, chiudendo loro la porta in faccia replica con un lapidario “No, siamo cattolici qui”.

Ebbene, dopo la pubblicazione del decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, inteso a concedere un piano di rateazione più lungo per pagare le tasse a Equitalia, non mi sorprenderebbe se anche Checco Zalone cambiasse l’approccio con quei signori di Equitalia accogliendoli finalmente come esseri umani e non dei cyborg nel pieno della loro attività di riscossione!


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